La Pop Art in Italia: la storia e gli artisti di un movimento sorprendente
Il termine Pop Art è l’abbreviazione di “Popular Art” ossia arte popolare.
Il termine popolare voleva indicare “di massa”,ossia che si appropria dei mezzi di comunicazione di massa e delle nuove tecnologie per creare opere d’arte.
…e pensare che oggi queste opere di arte popolare raggiungono delle aggiudicazioni astronomiche!
La storia della Pop Art Italiana
La Pop Art in Italia arriva con la Biennale di Venezia del ’64, quando vengono presentate le opere di artisti Pop americani.
Roma è stata la città dove questo movimento artistico ha attecchito e si è diffuso.
Quali sono gli artisti più famosi della Pop Art in Italia
Gli artisti più famosi della pop art italiana sono Mario Schifano, Mimmo Rotella, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Cesare Tacchi, Valerio Adami, Emilio Tadini e altri.
Vediamoli più nel dettaglio nei paragrafi succesivi.
Gli Artisti di Piazza del Popolo
Tra gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo: Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Cesare Tacchi, Renato Mambor.
Mario Schifano
Mario Schifano (1934-1998) pittore, fotografo, regista. Nel periodo del boom economico italiano insieme a Franco Angeli e Tano Festa rappresentò un punto fondamentale della Pop art italiana ed europea. Tra le sue serie più famose Monocromi, Paesaggi anemici, Propagande, Ossigeno ossigeno, Tuttestelle, Oasi, Compagni – Compagni, Sintetico dall’Inventario.
Tano Festa
Tano Festa (Roma 1938-1988). Ha un fratello artista Francesco Lo Savio che si toglierà la vita a Marsiglia.
Pittore, poeta. Fa parte del movimento artistico della Scuola di Piazza del Popolo. Persiane, le Porte, le Finestre e gli Specchi, Obelischi sono il suo marchio di fabbrica.
Nel nostro negozio online un’opera su carta di Tano Festa: De Chirico.
Franco Angeli
Franco Angeli (1935-1988) è un artista romano che ha fatto parte della Scuola di Piazza del Popolo con Mario Schifano e Tano Festa.
Nel catalogo del negozio online Egidi MadeinItaly un’aquila romana di Franco Angeli.
Giosetta Fioroni
Giosetta Fioroni, romana classe 1932. Figlia di artisti. Unica donna della Scuola di Piazza del Popolo. La sua curosità l’ha spinta a sperimentare molteplici tecniche artistiche, la fotografia, la ceramica, la scultura, la pittura.
Cesare Tacchi
Cesare Tacchi artista romano (1940 – 2014) aveva esordito a Roma nel 1959 alla Galleria Appia Antica con Schifano e Mambor. in seguito, è’ entrato tra gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo. La sua parola chiave artististica sono le originali tappezzerie imbottite con persone sudute.
Renato Mambor
Renato Mambor (Roma 1936-2014) Attore, fotografo, scultore, pittore. Appartiene al gruppo degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo. Come Cesare Tacchi ha esordito alla Galleria Appia Antica nel 1959 e poi alla Galleria la Tartaruga di Roma. Monocromi del 1960 , Segnali stradali del 1961, Uomini statici (1962).
Mimmo Rotella
Il percorso artistico di Mimmo Rotella (Catanzaro 1918- Milano 2006) inizia come pittore figurativo proseguendo poi come pittore astratto-geometrico.
La sua prima personale si è tenuta alla galleria Chiurazzi di Roma nel 1951. Nello stesso anno espone a Parigi al Salon des Réalités Nouvelles.
Tra il 1951 e il 1952, grazie a una borsa di studio conferitagli dalla Fullbright Foundation, si reca negli Stati Uniti, a Kansas City nel Missouri, come studente e poi come artist in residence .
Qui conosce Rauschenberg, Oldenburg, Cy Twombly, Pollock e Klein.
Torna a Roma, dove lavora in un studio intorno a Piazza del Popolo.
È noto per la tecnica dei décollage.
Nel catalogo prodotti i, questo momento sono in vendita una serigrafia di Mimmo Rotella con l’iconica Marilyn Monroe
Pop Art Italiana e Pop Art Americana: punti in comune e differenze
La Pop Art italiana attinge come ispirazione alla plurisecolare tradizione classica.
Vedi Tano Festa con l’Adamo della cappella Sistina di Michelangelo, reinterpretato in chiave Pop.
L’angelo sterminatore di Mario Ceroli tratta dall’Apocalisse. Cita esplicitamente la scultura che domina Castel Sant’Angelo a Roma
La Pop Art americana invece è intrisa della cultura a stelle e strisce: pubblicità, fumetti.
Anche le recensioni della mostra dei new realists da Janis, chiari’ che gli artisti americani erano molto diversi dai loro colleghi europei. Le opere degli americani erano molto audaci, sia per le dimensioni che per la forza delle composizioni.
Mentre quasi tutte le opere trasudano un senso di umorismo, quelle americane generalmente avevano una volgarità che non si riscontrava in quelle degli europei
In comune la Pop Art Italiana e la Pop americana hanno le immagini di Marilyn Monroe, Liz Taylor, Jackie Kennedy per citare alcune icone, attraverso i lavori di Andy Warhol, Martial Raysse, Tom Wesselmann, Roy Lichtenstein, Richard Hamilton, Mimmo Rotella, Allen Jones e Gerhard Richter.
Nel nostro catalogo prodotti sono presenti due opere di Mimmo Rotella che hanno come soggetto Marylin Monroe.
Quando e dove nasce la Pop Art
La Pop Art nasce a New York nel 1962.
L’occasione fu l’inaugurazione di New Realists, una collettiva della galleria Sidney Janis nella 57 strada.
La mostra comprendeva 54 opere di 29 artisti, sette dei quali erano francesi del gruppo dei nouveaux réalistes di Parigi: Arman, Christo, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Daniel Spoerri e Jean Tinguely.
C’erano anche cinque italiani: Enrico Baj, Gianfranco Baruchello, Tano Festa, Mimmo Rotella e Mario Schifano.
La mostra era cosi’ ampia che non si entrava negli spazi della galleria al 15East 57th street, e cosi’ Janis affitto’ una vetrina al 19 West 57th Street, nello stesso edificio che ospitava la Green Gallery a uno dei piani superiori. I passanti erano talmente attratti dalle provocatorie opere esposte in vetrina che affluivano in massa alla mostra, creando lunghe code.
Vi partecipavano 29 artisti, tra i quali Jim Dine, Tom Wesselmann, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist, George Segal e Andy Warhol, sotto l’etichetta di new realists.
L’importanza del movimento fu confermata diverse settimane dopo, il 13 dicembre 1962, quando al Moma, Museum of Modern Art fu organizzata una tavola rotonda sul controverso fenomeno, che fu chiamato Pop Art.
Tutti i migliori artisti che vi erano coinvolti ebbero una personale quello stesso anno in una galleria di New York.
Durante quei dodici mesi si produsse un numero impressionante di opere.
Molte di esse, sono ora esposte nei musei e vengono considerate come dei classici della pop art.
Antefatto del fenomeno Pop Art
Verso la metà degli anni Cinquanta, l’action painting disperata e solitaria di Jackson Pollock, di Yves Kline e degli altri artisti espressionisti astratti che avevano scagliato sulla tela la realtà interiore, con le sue tensioni intellettuali ed esistenziali, cominciava ad inaridirsi, generando sterili epigoni.
Il gesto clamoroso di Rauschenberg che acquista un disegno di De Kooning, lo cancella e poi lo espone con il titolo De Kooning cancellato da Robert Rauschenberg assume un grande valore emblematico.
Nel 1958, Robert Rauschenberg e Jasper Johns esposero per la prima volta da Leo Castelli.
La loro arte indicò alla generazione seguente uno sbocco, una nuova come forma artistica e ideologica.
Robert Rauschenberg inseriva oggetti reali quali radio, bottiglie, orologi, ventilatori in un contesto espressionista astratto.
Jasper Johns, con velature pittoriche, interveniva su di un’immagine ovvia di bandiera o di bersaglio tramutando gli oggetti in dipinti.
L’importanza della Pop Art
A mio parere, la Pop Art, ha stravolto il concetto di arte.
Andy Warhol, riproducendo in serigrafia immagini ricavate da giornali, da articoli di consumo, da posters, con la sua ‘arte’ meccanica e fredda, otteneva quell’effetto di realismo documentaristico che avrebbe sovvertito il tradizionale concetto di arte come manufatto dell’uomo.
“Quando uno prende 50 scatole di minestra Campbell’s e le dispone su una tela, ciò che interessa non è ciò che noi ne riportiamo sulla retina. Interessa invece, l’idea che spinge a rappresentare su di una tela 50 scatole di minestra Campbell’s” Marcel Duchamp
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