Demolizioni e Scuola Romana
Opere d’arte e artisti che raccontano lo sventramento e la trasformazione di Roma

Cosa intendiamo con il termine Demolizioni?
Il termine Demolizioni si riferisce agli sventramenti subiti dalla città di Roma dal 1924 al 1940.
Nel 1935 il Governo italiano e la Santa Sede si accordano per affidare i lavori al Governatorato di Roma, che incarica gli arch. Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli di studiare i possibili interventi.
Con l’approvazione del progetto da parte di Mussolini e di papa Pio XI, si dà avvio alle demolizioni.
Le Demolizioni viste dalla Scuola Romana e dalla Scuola di via Cavour
Gli artisti della Scuola Romana e in particolare quelli della Scuola di Via Cavour avevano in comune una profonda insofferenza verso l’idea di arte come espressione di regime.
Sono stati testimoni oculari dei cambiamenti che stavano trasformando la città di Roma. Hanno usato la loro arte per immortalare un passato che stava scomparendo sotto i loro occhi, a causa dello Sventramento del centro storico.
Pittura di cronaca
Il tema Demolizioni si presenta come una pittura di cronaca, termine che trasmette sentimenti e presagi e permette di raccontare una Roma nascosta e sconosciuta, intrisa di miti antichi e di suggestioni barocche.
Una Capitale malinconica pur nella continua trasformazione verso la modernità, una città al crepuscolo che stava per sparire sotto i colpi del “piccone risanatore”, questo rappresentano le famose Demolizioni di Mario Mafai, Giovanni Omiccioli, Caterina Katy Castellucci, Eva Quajotto, e Afro Basaldella.
Le opere principali della Scuola Romana sulle Demolizioni
Il tema Demolizioni è stato trattato ampliamente dagli artisti della Scuola Romana. Le opere principali della Scuola Romana sul tema Demolizioni sono opere di grande fascino, che trasmettono nostalgia mista a dolore.
Il tema Demolizioni di Roma
Negli anni Trenta, Roma assiste a un’eccezionale espansione urbanistica specchio e immagine dell’ ideologia della romanità fascista.
Le aree confinanti al Campidoglio, l’area archeologica del Foro repubblicano, i Fori imperiali e ad alcuni settori della città rinascimentale e barocca, subiscono degli sventramenti radicali; mediante le demolizioni vengono abbattute tutte le superfetazioni posteriori ai resti dell’età classica.
Molti artisti romani e residenti nella Capitale si dedicano alla pittura di paesaggio urbano rappresentando una parte della città medievale distrutta per far posto alla Roma fascista.
Tra i pittori ricordiamo Orazio Amato, Orfeo Tamburi, Duilio Cambellotti, Norberto Pazzini, Francesco Ferraresi, Elisabetta Mayo D’Aloisio, Amedeo Bocchi, Erminio Loy, Giulio Aristide Sartorio e Antonio Barrera tutti artisti che hanno assistito alla trasformazione culturale e paesaggistica di Roma.
Amedeo Bocchi
Amedeo Bocchi (Parma 1883 – Roma 1976).

Eva Quajotto
Il tema Demolizioni di Eva Quajotto (Mantova 1903 – Vallerano 1952) ricalca i soggetti di Mario Mafai.
Entrambi testimoniano le trasformazioni urbanistiche attuate nell’Urbe dal regime fascista.
Tre sue opere: Demolizioni a Piazza Navona, Demolizioni intorno all’Augusteo, Il Circo Massimo prima delle demolizioni.
Mario Mafai e le Demolizioni
“Erano le rovine di Mafai, non i nobili acquedotti o i gruppi di sulfuree colonne, ma povere stanzucce borghesi sviscerate nella carta di Francia a brandelli, nelle fumate a cono dei camini; erano cellule infrante, ma ancora calde d’abitato, così da parere una delicatezza sbirciarle, così sventrate, dal di fuori ” Cesare Brandi .
Questo è il bellissimo Demolizioni di via Giulia del 1936 di Mario Mafai; rappresenta le Demolizioni degli anni Trenta attraverso le quali il regime decise di cambiare per sempre l’assetto del luogo, distruggendo la Spina dei Borghi e aprendo la via dei Fori Imperiali.
“Erano le rovine di Mafai, non i nobili acquedotti o i gruppi di sulfuree colonne, ma povere stanzucce borghesi sviscerate nella carta di Francia a brandelli, nelle fumate a cono dei camini; erano cellule infrante, ma ancora calde d’abitato, così da parere una delicatezza sbirciarle, così sventrate, dal di fuori ” Cesare Brandi
Scipione
Scipione esponente della Scuola di via Cavour ci lascia un’opera degli anni Trenta, “La via che porta a San Pietro” prima delle demolizione dei Borghi. L’attuale via della Conciliazione.

Giovanni Omiccioli
San Pietro prima delle Demolizioni della Spina dei Borghi di Giovanni Omiccioli un’opera datata 1934
Il 28 ottobre 1936 iniziano a Roma i lavori di demolizione della Spina dei Borghi come veniva chiamato l’insieme degli edifici di fronte a Piazza San Pietro.
Nel dipinto di Giovanni Omiccioli (Roma, 1901-1975) si può ben vedere un tratto del Borgo prima delle Demolizioni.

Orazio Amato
Orazio Amato (Anticoli, 1884 – Roma, 1952) è stato un pittore italiano di rilievo tra le due guerre.
Nella nostra galleria è presente un bellisimo ritratto di giovinetta firmato Orazio Amato.

Antonio Barrera
Antonio Barrera, (Roma, 1889 – Forli, 1970) pittore romano, allievo di Pietro Gaudenzi .
Ha dedicato la sua arte a rappresentare un periodo storico ben preciso: quello tra le due guerre mondiali, in particolare gli anni Venti e Cinquanta. È stato un ritrattista ufficiale della borghesia romana durante il Ventennio. Dopo la Seconda guerra mondiale, ha vissuto per un periodo in Argentina, dove si è dedicato sia alla pittura che alla commedia, dimostrando la sua versatilità artistica.
In questi anni, il panorama pittorico romano subì profondi mutamenti, di cui Barrera fu uno dei protagonisti. Le sue opere, in particolare i paesaggi romani realizzati tra gli anni Quaranta e Cinquanta, catturano la vita quotidiana sullo sfondo di una città monumentale, riflettendo la realtà sociale di Roma in un’epoca di grandi cambiamenti.
Antonio Barrera ha fatto parte dell’atelier dei Romanisti insieme agli artisti Orazio Amato, Orfeo Tamburi, Carlo Alberto Petrucci, Duilio Cambellotti e Diego Angeli.
Tina Tommasini
Tina Tommasini (Treviso 1902 – 1985) pittrice, ceramista.
Insieme ai suoi due fratelli Anna Maria e Nino prese lezioni di pittura dal pittore divisionista e impressionista Aldo Voltonin (1892 – 1918).
Nel 1930 si stabilisce a Roma, dove insieme alla sorella Anna Maria, si specializza nella raffigurazione dei luoghi cittadini prima delle demolizioni degli anni Trenta.
Antonio Donghi e il Ponte di Ferro

Dove poter ammirare le opere d’arte sulla Demolizione di Roma?
Alla mostra Artiste a Roma percorsi tra secessione, futurismo e ritorno all’ordine è possibile ammirare alcune Demolizioni di Eva Quajotto.
Al Casino dei Principi di Villa Torlonia la mostra la mostra Artiste a Roma ripercorre attraverso un centinaio di opere tra dipinti, sculture e fotografie, l’impegno artistico di molte artiste attive nella vita culturale romana nella prima metà del Novecento, esponenti delle avanguardie e dei movimenti che, dal Futurismo all’ Espressionismo, hanno attraversato gli anni del Ventennio fino al secondo dopoguerra.
Mostra permanente a Palazzo Braschi
Nel Museo di Roma troviamo le sale dedicate alla città Roma, attraverso foto, dipinti, reperti, possiamo ricostruire edifici e complessi monumentali stratificatesi nei secoli, demoliti durante le radicali trasformazioni del tessuto urbano che modificarono in modo significativo la secolare immagine della città pontificia, tra la fine dell’Ottocento e soprattutto negli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
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