Il Caffè Aragno e la Scuola romana
La storia del Caffè Aragno
Il Caffe Aragno nasce a Roma, in Via del Corso, nel 1886. Ospitato a Palazzo Marignoli, la residenza del marchese Filippo Marignoli.
È stato uno dei luoghi di ritrovo più importanti di Roma, frequentato da artisti, scrittori e attori affermati e d’avanguardia della cultura romana.
I letterati erano soliti ritrovarsi nella “Terza Saletta” il “sancta sanctorum della letteratura, dell’arte e del giornalismo” (Orio Vergani, 1938).
Qui nacque la testata “La Saletta di Aragno”.
Gli artisti del Caffè Aragno
Tra i suoi habitué artisti affermati e d’avanguardia. Vincenzo Cardarelli, Roberto Bracco, Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Antonio Baldini, Filippo Tommaso Marinetti, Anton Giulio Bragaglia, Mario Pannunzio, Leonardo Sinisgalli, Luigi Pirandello.
I critici d’arte Emilio Cecchi e Roberto Longhi e l’architetto Cesare Bazzani.
Nella foto qui sopra un dipinto di Amerigo Bartoli, Amici al caffè (1930) una specie di foto di gruppo, dove sono presenti molti artisti che frequentavano La Saletta dell’Aragno.
Si riconoscono: esponenti dell’ambiente culturale e artistico e della Scuola Romana: Emilio Cecchi, Vincenzo Carlo Socrate, Ardengo Soffici, Antonio Baldini, Pasqualina Spadini, Giuseppe Ungaretti, Mario Broglio, Armando Ferri, Quirino Ruggeri, Roberto Longhi, Riccardo Francalancia, Aurelio Saffi, Bruno Barilli, oltre allo stesso Bartoli.
Da un articolo di Orio Vergani Corriere della Sera del 23 giugno 1938 si legge:
“Oppo calava dal suo studio fuori porta e sedeva al tavolo di Spadini, che non abbandonava mai la sciarpa di lana e il bastone cui aveva dato il nome vezzeggiativo di Gelsomino. Ecco Vincenzo Cardarelli, Barilli e Antonio Baldini col primo numero della “Ronda”.
Di cosa parlavano, a bassa voce, come congiurati? Parlavano di Leopardi, il primo dei “Convitati di pietra”. Laggiù in fondo, dietro ai velari di fumo, tempestava , col cappello duro buttato sulla nuca, Filippo Tommaso Marinetti, e Anton Giulio Bragaglia coi baffetti a virgola, annunciava la prossima apertura del Teatro degli Indipendenti, con una novità di Luigi Pirandello che’era entrato in quell’istante.*
In questo periodo, tuttavia, il caffè comincia a diventare il simbolo di unq generazione da superare. Scipione, su “l’Italia letteraria” del 5 ottobre 1930, fa la caricatura del quadro di Bartoli, sfottendo ” quelli di Aragno” come li chiama Mario Mafai.
Dal maggio 2021, è sede dell’Apple Store
Alcune opere d’arte del Caffè Aragno sono state accuratamente restaurate e reintegrate nel nuovo design del negozio, compresi diversi pannelli di graffiti creati dal pittore Afro Basaldella del 1950.
Sono stati recuperati e integrati gli affreschi l’«Alba» di Fabio Cipolla e il «Crepuscolo» di Ettore Ballerini, due grandi dipinti che risalgono ai primi anni del 1900.