Bianca Attolico La signora dell’arte
Nome : Bianca Attolico (1931-2020)
Professione: collezionista d’arte a 360 gradi, sostenitrice degli artisti e della cultura italiana
Biografia: Nella seconda metà degli anni Quaranta suo padre, Tommaso Lucherini, in un’Italia alle prese con la ripresa del secondo dopoguerra, aveva iniziato a collezionare quadri di arte contemporanea: Carlo Carrà, Campigli, Casorati, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Mario Mafai, Giorgio Morandi, Fausto Pirandello, Alberto Ziveri.
Lei, seguendo il papà, si è innamorò di questo mondo affascinante ed apprese il mestiere del collezionista.
Imparò ad affilare le armi, ad annusare gli affari, a scovare talenti, là dove nessuno sarebbe andato a cercarli.
Il pregio di Bianca Attolico è stato quello di non fossilizzarsi su un periodo storico o una scuola artistica.
La sua curiosità l’ha spinta ad aprire sempre porte nuove.
Dopo l’interesse per la scuola romana del ventesimo secolo e l’arte figurativa italiana ereditata da suo padre, si inoltro’ verso le avanguardie, gli artisti della scuola di Piazza del Popolo e quelli dell’arte povera.
Pino Pascali, Jannis Kounellis, Mario Schifano, Fabio Mauri, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Castellani, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Getulio Alviani, Sol LeWitt, Jospeh Kosuth, Luigi Ontani, Luca Maria Patella.
Si immerge cosí nel mondo della scuola di San Lorenzo che aveva sede a Roma nell’ex-pastificio Cerere con Nunzio, Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli.
Fu ugualmente una grande collezionista-mecenate di arte contemporanea di artisti del calibro di Vanessa Beecroft, Regina Galindo, Alfredo Jaar, William Kentridge, Nicholas Llobo, Jonathan Monk.
Ultima arrivata in casa Attolico è stata la fotografia e la sua già importante collezione si è arricchita di artisti come Grazia Toderi, Cerone, Muniz, Sierra.
«Tutto quello che si trova qui, nelle mie stanze, ha un significato. Ognuna delle opere qui dimostra la mia identità. Le ho prese perché ho trovato in loro coraggio, melanconia, timidezza». Bianca Attolico
Bianca non amava collezionare opere d’arte.
Lei voleva di più.
Voleva nutrirsi dell’anima, dei sentimenti dell’artista creatore delll’opera. Viveva al suo fianco, frequentava assiduamente il suo atelier.
“Che gusto c’è nel comprare un artista già affermato? La scoperta è la cosa più bella”. Bianca Attolico
Una filantropa. Sapeva riconoscere un talento. Fiutava l’affare.
Non comprava artisti famosi, ma cercava giovani emergenti. Scommetteva su di loro. Spesso vinceva.
Ora Bianca si definirebbe una vera influencer dell’arte!
In questi giorni una bellissima mostra sulla Peggy Guggenheim italiana è in corso al Casino Nobile di villa Torlonia.
Sicuramente da vedere.
PS.
Ho avuto la fortuna di incrociare più volte la signora Carla Attolico visitando mostre o durante dei vernissage.
Questo non può che farmi piacere.