Edita Broglio

Edita Walterowna von Zur-Muehlen nasce a Smiltene provincia baltica dell’Impero russo nel 1886.

A ventun anni studia pittura e si reca a Parigi.

In seguito, frequenta l’ Accademia delle Belle arti di Königsberg, nella Prussia orientale,

Il trasferimento a Roma

Nel 1912 si trasferisce  a Roma.

Inizialmente risiede all’ Albergo Internazionale in via Sistina e lavora in uno studio in via Flaminia 122, vicino a piazza del Popolo e a pochi passi da Villa Strohl-Fern, dove vivevano e lavoravano gli artisti dell’Avanguardia.

Frequenta il salotto intellettuale di Olga Resnevic sposata al medico e collezionista Angelo Signorelli, che la introdusse nella cerchia dei principali pittori della Scuola Romana, fra cui Melli, Spadini e Ferrazzi.

 Mostre internazionali della Secessione romana

Nel 1913 espone alla Mostra internazionale della Secessione romana.  Presenta tre dipinti: Mezzodì, Via Sistina, Ritratto, l’anno successivo, sempre alla Secessione, partecipa con un disegno e alcuni dipinti, fra cui Giocatore di tennis.

Questi lavori sono molto vicini alle opere dei fauves e degli espressionisti.

Il periodo bellico

La Prima guerra mondiale segna un’interruzione del lavoro di Edita Broglio.

Dal 1915 al 1917 si trasferisce ad Anticoli Corrado.

Edita Walterowna conosce Mario Broglio

Rientrata a Roma, Edita è alla ricerca di un lavoro.

Conosce Anton Giulio Bragaglia che in quel periodo stava dirigendo Thais, un film muto legato al movimento Futurista sceneggiato da Enrico Prampolini.

Negli studi di Novissima, la sua casa cinematografica di Piazzale Flaminio,  Anton Giulio Bragaglia  stava preparando anche i film Il mio cadavere e Perfido inganno.  Edita Broglio viene scelta per il ruolo di ladra, rivelando un’innata capacità di recitazione.

Durante le riprese conosce Mario Broglio (Pavia, 1891 – Lucca, 1948), che diventerà suo compagno nella vita e nella pittura. I due si sposeranno nel 1927.

Broglio era un impresario nato, con eguale entusiasmo s’improvvisa editore, agricoltore, mercante; ogni nuovo mestiere lo attraeva; solo della sua pittura parlava raramente; il suo studio era sempre chiuso a chiave e i suoi quadri voltati al muro. Di umore mutevole, soffriva di crisi che combatteva dedicandosi alla gastronomia e invitando amici e conoscenti (A. Banti, Una pittrice del nord, «Corriere della sera», 3 luglio 1981).

Mario e Edita Broglio fondano il Movimento del Ritorno all’Ordine che la rivista Valori Plastici.

Valori Plastici

La nascita di Valori Plastici è strettamente legata alla crisi delle Avanguardie, alle quali si contrappone rivalutando il passato e proponendo una nuova lettura del presente che sfocia nella ricerca di una purezza formale. Un ritorno alla cultura figurativa contemporanea connessa alla tradizione italiana.

La rivista Valori Plastici è fondata nel 1918 da Mario Broglio, Edita Broglio e Roberto Melli nella Terza saletta del Caffè Aragno.

Un nuovo orientamento artistico che prenderà poi il nome di Ritorno all’Ordine.

Ritorno all’ordine

Siamo alla fine della Prima guerra mondiale con le sue devastazioni. Le Avanguardie di inizio secolo hanno rivoluzionato i parametri dell’estetica.  Nell’arte emerge un’esigenza di equilibrio e stabilità che prende il nome di “ritorno all’ordine“.

Un ritorno alla ragione dopo la follia del conflitto, un recupero della tradizione dopo le sperimentazioni che avevano negato il valore del passato e, soprattutto, un’affermazione dei principi di bellezza e armonia contrapposti alle deformazioni e alle dissonanze dell’arte cubista, espressionista, futurista.

 

Le mostre del gruppo Valori Plastici

Nel 1921, il gruppo «Valori Plastici» espone per la prima volta alla Primavera fiorentina e organizza alla Galleria nazionale di Berlino una grande mostra che verrà trasferita ad Amburgo e Hannover.
Nel 1924 il gruppo organizza, sempre in Germania, una nuova e più ampia mostra che riscuoterà ancora vivi consensi.

Edita Broglio è sempre presente in tutte le mostre che il gruppo organizza.
La guerra interrompe nuovamente la sua attività che riprenderà intorno al 1950.

Il purismo di Edita sembra radicalizzarsi e si accentuano sempre più,
nelle sue opere, i riferimenti classici.

I Broglio si trasferiscono a Parigi

Nel 1927 i coniugi Broglio vanno a vivere Parigi a rue de la Convention 215 dove trascorrono lunghi periodi, e successivamente a Cannes.

Anacapri opera di Edita Broglio
Anacapri

Curiosità: Lo pseudonimo 

Alla III° Quadriennale di Roma (1939) espone usando lo pseudonimo Rocco Canea. Il dipinto Ritratto di signora  su tarsia di Edita Broglio in basso a destra è firmato RC. L’opera è datata 1938.

Ritratto di signora su tarsia dipinto di Edita Broglio
Ritratto di signora su tarsia

Edita Broglio aderisce alla corrente del Realismo Magico.

 Altre mostre di Edita Broglio

Nel 1956 espone alla Galleria dell’Obelisco di Irene Brin e Gasparo del Corso.

Edita Broglio
La nuova stagione

Nel 1959 espone alla VIII° Quadriennale di Roma e, nel 1967, un gruppo di sue opere viene presentato alla mostra storica che C. L. Ragghianti organizza a Palazzo Strozzi a Firenze, «Arte Italiana 1915-1935».

Il masso di Edita Broglio
Il masso

Negli Anni Sessanta compone alcuni mosaici, fra cui ritratto del poeta Ungaretti e di De Chirico.
Dopo la morte di Mario Broglio, Edita trascorre il periodo della vedovanza a San Michele di Moriano in provincia di Lucca. Nel 1968 si trasferisce a Roma.

Nel 1971 ha una personale alla «Strozzina» di Firenze e alla Galleria del Levante di Milano, entrambe presentate da C. L. Ragghianti e nel 1973 alla Galleria la Nuova Pesa di Roma.

Muore a Roma il 19 gennaio 1977.

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