Mario Schifano e Basquiat
I due artisti Mario Schifano di Roma e Jean-Michel Basquiat americano avevano in comune una città, Modena, un capannone e soprattutto delle tele enormi e ancora immacolate.
Ma andiamo con ordine.
Modena e Emilio Mazzoli
Nel maggio del 1981, Basquiat ((Brooklyn 1960- New York 1988), ventunenne e ancora agli esordi, arriva a Modena su invito di Emilio Mazzoli grande mercante d’arte e gallerista, per la sua prima personale europea sotto lo pseudonimo di Samo©.
Torna dinuovo a Modena nel 1982, per una seconda mostra, sempre invitato dal gallerista Emilio Mazzoli che stavolta gli proporrà di firmare le opere col suo vero nome.
Gli mette a disposizione un capannone per lavorare. Ora arriva il bello.
Il capannone dei capolavori
Il capannone era quello in cui ha precedentemente lavorato Mario Schifano (Homs 1934-Roma 1998) sempre per Emilio Mazzoli e dove erano accatastate enormi tele immacolate e qualche opera già terminata entrambi appartenenti al re della Scuola di Piazza del Popolo.
Qui, Basquiat, con un ritmo forsennato (vi ricorda qualcuno?) utilizza queste tele di grande formato e realizza in una settimana otto dipinti in un formato monumentale per lui mai sperimentato.
È sempre più vera l’espressione di Mario Schifano
“Crocifisso ad un ferro di cavallo”.
Le sue tele dimenticate hanno creato un altro artista. Forse un po’ del suo genio è presente in quelle otto tele ora tutte in collezioni private.
Dal nostro negozio:
In questo momento nel catalogo prodotti Egidi MadeinItaly sono in vendita i seguenti prodotti: Ondate di gelo una serigrafia di Mario Schifano.
Una tela emulsionata Paesaggio Tv e l’opera l’opera Inventario