Non credo alle grandi scoperte in arte: le rapide variazioni del “gusto”, a mio parere, sono destinate a dileguarsi con la stessa velocità con cui sono apparse. Ho la certezza che ogni opera resista tanto tempo per quanto é stata grande la forza d’animo e la fatica per realizzarla.
Questa citazione del grande artista abruzzese Venanzo Crocetti (1913-2003), può illustrare lo spirito che ha governato durante la nostra visita al museo romano che ospita le sue bellissime sculture perlopiù in bronzo.
Quindi astenersi coloro i quali si identificano con lo squallido, ripetitivo linguaggio dell’arte contemporanea.
Qui si tratta di arte seria, sincera; non ci sono site specific, non ci sono performance né NFT milionarie in cripto valute, le opere non “dialogano” con l’ambiente e soprattutto l’artista non ha lo “sguardo ironico” verso la realtà.
Di tutte queste frasi che inesorabilmente accompagnano i commenti delle esposizioni di arte contemporanea qui, fortunatamente, non se ne ha traccia, qui nelle didascalie si legge invece:
“Un’intera vita d’artista conclusa in un messaggio universale colmo di perfetta letizia, fecondità, armonia conciliatrice. Lontanissima dalla vertigine del potere…felicità spontanea, pace cosmica”.
Che non si tratti di frasi dal sapore new age messe lì solo per attrarre il visitatore di bocca buona, lo dimostra un’altra cartella esposta dove si può leggere: “Venanzo Crocetti evidenzia il suo personale contributo alla storia della salvezza. Perché la sete del sacro non sia da intendere come astratta modalità del trascendente ma come atto concreto di attenzione, cura e protezione, contemplando la parentela con la famiglia universale.”
Carlo Ludovico Ragghianti, assai vicino al pensiero di Crocetti e suo grande estimatore, lo avrebbe chiamato “storicismo organico”, precisando che egli si era liberato tanto dai limiti metafisici che da quelli dell’ideologia, riconsegnando la scultura al regno del corporeo.”
Qui si tratta di totale lucidità e coscienza applicata all’arte, alla scultura, quello che ogni artista dovrebbe fare.
Quando si può incontrare oggi un’opera “liberata limiti dell’ideologia” visitando le varie mostre Kassel, Basel, Fiac etc ?
Gli artisti, pressati dai galleristi, sembrano tutti prigionieri delle più svariate ideologie (senza parlare dell’aspetto principale, quello economico).
In questi casi mi viene sempre in mente una frase fulminante di Eduardo de Filippo: « L’ignoranza è un titolo di rendita. Mettetevi un ignorante vicino e campate bene per tutta la vita »
Ma ora godiamoci le bellissime, sincere opere di Crocetti un artista non a caso misconosciuto.
D’altronde, come potrebbe venire esaltato ai nostri giorni un artista che scriveva queste parole?
Il Sacro é in Tutto e Tutto vibra nel respiro mutevole, nella dimensione del mistero che soggiace a tutte le cose.
Le nostre espressioni, tutte, sono volute da Dio: é tutta roba Sua, le cose che pensiamo e quelle che facciamo.
Ogni giorno Dio fa del suo creato un’opera nuova.
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