Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958)

Giacomo Balla nasce a Torino il 18 luglio 1871 e qualche anno dopo la morte improvvisa del padre, é costretto ad abbandonare la scuola e frequentare i corsi serali, mentre durante il giorno lavora in una tipografia.

Gli studi

Dal 1886, frequenta la Reale Accademia Albertina sotto l’insegnamento di Giacomo Grosso, dove si guadagna una medaglia come premio dei suoi lavori.
Presto entra in contatto con diversi giovani artisti come lo scultore Giovanni Alloati (Torino 1878 – 1964), i pittori Romolo Bernardi (Barge 1876 – Torino 1956) e Pilade Bertieri (Torino 1874-1965).
Nel 1891 dipinge il suo primo autoritratto, sul retro di una sua fotografia.

Giacomo Balla arriva a Roma

Nel 1895 Giacomo Balla arriva a Roma dove risiede al Quirinale ospite dello zio Gaspare, guardiacaccia di Sua Maestà il Re.

Biografie Giacomo Balla
Giacomo Balla
Autoritratto 1894

Presto si trasferisce in Via Piemonte ed inizia a frequentare il milieu artistico romano incontrando Alessandro Marcucci (1876-1968), del quale sposerà la sorella Elisa, e Duilio Cambellotti (Roma 1876-1960).

L’esperienza a Parigi

Nel settembre del 1900 é a Parigi per qualche mese, ospite del pittore Serafino Macchiati (Camerino 1861-Parigi 1916).
Attraverso queste esperienze, scoprì le arti applicate e l’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo 1868-1907).

Il divisionismo

Il Divisionismo, conosciuto anche come Puntinismo o Neoimpressionismo, è stato un movimento artistico sviluppatosi alla fine dell’ Ottocento in Francia.

Gli artisti divisionisti, si distinsero per la loro tecnica innovativa che si basava sulla divisione dei colori in piccoli punti o pennellate pure.

L’uso di questi punti di colore, posti l’uno accanto all’altro sulla tela, permetteva di creare una percezione ottica differente rispetto alla tradizionale mescolanza dei pigmenti sulla tavolozza.

Gli artisti principali del Divisionismo furono Georges Seurat e Paul Signac

In seguito alla sua influenza iniziò a praticare il divisionismo, tanto da accogliere nel suo studio dei giovani artisti allora ostili al mondo accademico, tra cui Gino Severini (Cortona 1883-Parigi 1966), Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882-Verona 1916) e Mario Sironi (Sassari 1885-Milano 1961 ).

Biografie Giacomo Balla
Giacomo Balla
Le Torri del Museo Borghese 1905

Giacomo Balla e l’Esposizione di belle arti della Societa’ Amatori e Cultori

– Alla LXXXI Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori del 1901, espone cinque opere tra cui Il Sentiero.

– L’anno seguente presenterà invece tredici dipinti, tra i quali vi sono molti ritratti che lo consacreranno come un grande artista emergente.
Sempre nella stessa mostra, nell’edizione seguente che vedrà l’esordio di Gino Severini e Umberto Boccioni, espone cinque quadri.

− Sempre in questi anni sviluppa una grandiosa opera di carattere sociale intitolata I Viventi, mentre alla LXXXIV Esposizione della Società Amatori e Cultori espone, insieme a Onorato Carlandi (Roma 1848-1939), Camillo Innocenti (Roma 1871-1961), Arturo Noci (Roma 1874-New York 1953) e Giovanni Prini (Genova 1877-Roma 1958), nove opere con una nuova impostazione fotografica e tecnica divisionista come per esempio i dipinti Il Fallimento ed Al Pincio.

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Nel catalogo prodotti Egidi MadeinItaly sono  in vendita due opere su carta di Camillo Innocenti: Il passato vittorioso e Mohamed Ali vittorioso

Nel 1904 nasce la primogenita Lucia, che nel furore futurista diverrà Luce Balla.
Alla Società Amatori e Cultori del 1905 Giacomo Balla entra nella Commissione di accettazione, oggi diremmo entra nel vetting, ma contemporaneamente espone il suo quadro Il Proprietario accanto all’opera di Antonio Mancini (Roma 1852 – 1930) Modella coi fiori, creando scalpore tra la critica.

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Nel catalogo prodotti Egidi MadeinItaly è in vendita un pastello su carta di Antonio Mancini archiviato.

Ettore Roesler Franz

Il suo Ritratto di Ettore Roesler Franz viene esposto alla 5° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.

Giacomo Balla
Ritratto di Ettore Roesler Franz

Alla Società Amatori e Cultori del 1905 Giacomo Balla entra nella Commissione di accettazione, oggi diremmo entra nel vetting, ma contemporaneamente espone il suo quadro Il Proprietario accanto all’opera di Antonio Mancini (Roma 1852 – 1930) Modella coi fiori, creando scalpore tra la critica.

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Nel catalogo prodotti Egidi MadeinItaly è in vendita un pastello su carta di Antonio Mancini archiviato.

Nella stessa Esposizione anche negli anni seguenti fino al 1908 dove é presente con le opere Maggio, Dubbio ed il Ritratto di Elisa che venne acquistato dal Comune di Roma.

Vita privata di Giacomo Balla

Nel 1904 Giacomo Balla si sposa e va a vivere nel quartiere allora spopolato e periferico dei Parioli, in un convento nell’attuale via Paisiello.

Nello stesso anno  nasce la primogenita Lucia, che nel furore futurista diverrà Luce Balla.

Grazie all’interessamento del sindaco Nathan, la famiglia di Giacomo Balla dispone, all’interno del fabbricato di proprietà Sebastiani, di un vasto appartamento il cui lungo balcone dà direttamente sugli spazi verdi di Villa Borghese, sua grande fonte di ispirazione.

Nel 1909 espone il trittico Inverno, le quattro tele dei I Viventi e i pastelli tutti uniti sotto il nome Villa Borghese; queste ultime opere vennero inviate a Parigi per essere esposte alla Section d’Art Italienne del Salon d’Automne.
Ma il successo non é scontato, delle riserve critiche vennero espresse sia da parte di Umberto Boccioni sia soprattutto, da Guillaume Apollinaire (Roma 1880 – Parigi 1918), allora vero Maître à penser della cultura internazionale.

 Giacomo Balla e il Futurismo
Modella tra due paesaggi, 1905

Giacomo Balla e il Futurismo

Il manifesto futurista a Parigi

L’11 aprile 1910 a Parigi , Balla firmò, insieme a Carlo Carrà (Quargnento 1881 – Milano1966), Umberto Boccioni, Luigi Russolo (Portogruaro 1885 – Laveno-Mombello 1947) e Gino Severini il Manifesto dei pittori futuristi, movimento rivoluzionario come pochi, anche se nella sua bella opera Lampada ad arco, sono ancora presenti dei forti echi del divisionismo.

Giacomo Balla
Giacomo Balla
Affetti

Nello stesso anno espone il grande trittico Affetti e Salutando un vero esercizio di virtuosità tecnica che preannuncia il vorticismo futurista.
Nel 1911 per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia nell’attuale Galleria Nazionale di Roma, invia i due Ritratti; il sindaco Ernesto Nathan e Cahn Speyer dipinti oggi dispersi.

Giacomo Balla e il futurismo su Egidi MadeinItaly
Giacomo Balla
Ritratto di Peggy Nathan
1919

Insieme ad Alessandro Marcucci e Giovanni Cena (Montanaro 1870 – Roma 1917), anima la campagna di alfabetizzazione dei contadini delle terre romane; nel 1911 partecipa alla Mostra dell’Agro Romano volta a sensibilizzare l’opinione pubblica verso le misere condizioni di vita dei contadini.

In una vera e propria capanna disegnata da Duilio Cambellotti, Giacomo Balla espone dodici quadri raffiguranti contadini dell’Agro Romano e vedute di Villa Borghese con al centro il solenne ritratto di Tolstoj.

Giacomo Balla e il Futurismo su Egidi MadeinItaly
La Pazza, 1905

Il suo talento multiforme, lo portò alla sperimentazione in molti campi, tra cui la cronofotografia, attraverso la quale svolse della ricerche sulla scomposizione del movimento con Bambina che corre sul balcone del 1912.

Il suo genio a 180 gradi lo portò, attraverso le osservazione delle automobili a tutta velocità, alla creazione di una serie di quadri in cui la sintesi grafica dell’evento cinetico raggiunge una armoniosa astrazione in forme geometriche coerenti.

Nel 1914, lanciò un altro manifesto, quello riguardo L’indumento futuristico maschile e diede corpo alle sue prime, geniali, composizioni tipografiche.
Sempre in questo periodo, iniziò un felice sodalizio con Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960) con il quale preconizzò la creazione di sculture cinetiche non legate all’arte figurativa.
Nel 1917, produsse una meravigliosa scenografia basata su volumi astratti e luci colorate per l’opera Fuochi d’artificio di Stravinsky che Diaghilev montò a Roma.

Giacomo Balla pittore futurista
Giacomo Balla
Eucaliptus

L’arte meccanica e l’astrazione geometrica

Sempre più interessato all’introduzione nella vita quotidiana di oggetti conformi alla rivoluzione futurista, si avvicina, nei primi anni Venti, all’astrazione geometrica.
L’arte meccanica influenzava allora tutto l’ambiente artistico e Giacomo Balla partecipa cosí a tutte le mostre organizzate da Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto 1876 – Bellagio 1944).

L’addio al Futurismo

Tutto ciò non durò molto, maturando una trasformazione interiore umana ed artistica, nel 1937, si rifiutò di seguire i dettami ideologici imposti dalla temperie dell’epoca e decise di separarsi definitivamente dal Futurismo.

Giacomo Balla e il ritorno al figurativo

Torna quindi ad una pittura decisamente figurativa lontana anni luce dalla retorica dominante asservita al regime.
Rendiamo omaggio ad uno dei più grandi artisti italiani, il cui contributo alle avanguardie europee che rivoluzioneranno l’arte, è a mio avviso, ancora molto sottostimato.

 Casa Balla a via Oslavia

Da qualche tempo è visitabile a Roma in via Oslavia l’appartamento di Giacomo Balla.

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