Camillo Innocenti
Gli studi e gli esordi
Camillo Innocenti nasce a Roma da una nobile famiglia borghese il 14 giugno del 1871.
Camillo Innocenti studia al Liceo Visconti.
Il maestro Ludovido Seitz
Viene indirizzato alla bottega del pittore “nazareno” Ludovico Seitz, amico della madre.
Seguendo il maestro nel cantiere in Vaticano – che aveva ricevuto la commissione di Leone XIII per affrescare le volte della Galleria dei Candelabri – il giovane Innocenti ebbe modo di studiare da vicino la grande pittura del passato, da Raffaello a Michelangelo.
Lo studio di Antonio Mancini
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta dell’Ottocento, l’artista comincia a frequentare lo studio di Antonio Mancini. La loro amicizia durò più di vent’anni.
Vetrina prodotti
Nel nostro catalogo prodotti un disponibile un disegno di Antonio Mancini.
Sarà lui stesso a ricordare l’impatto della pittura manciniana sui giovani artisti nella fondamentale autobiografia pubblicata dall’editore Pinci nel 1959 con il titolo Ricordi d’arte e di vita:
«Appena cominciammo a vedere le pitture di Antonio Mancini noi giovani perdemmo addirittura la testa. A me si unirono le sgridate in casa di mio padre e di mio fratello maggiore che mi rimproveravano di correre dietro a un pazzo. Io mandavo giù, ma non cambiavo giudizio».
Nello stesso periodo è in contatto con Domenico Morelli, per il quale esegue alcuni studi, e con Francesco Paolo Michetti, che raggiunge a Francavilla sul Mare insieme a Gabriele d’Annunzio.
La lezione dei maestri influenza profondamente la sua pittura in questa fase giovanile, com’è evidente in dipinti quali la morelliana Sacra famiglia (collezione privata), la manciniana Ragazza con papaveri, o ancora Le buranelle con questa opera si accosta per la prima volta al tema del costume popolare (Pinacoteca Civica- Ascoli Piceno), in cui, oltre al riferimento a Michetti, è ravvisabile la suggestione della pittura di Ettore Tito.
Il folclore paesano rimarrà uno dei suoi interessi costanti, fino ai quadri si soggetto egiziano.
Innocenti alla Biennale di Venezia
Siamo nel 1903. Camillo Innocenti esordisce alla Biennale di Venezia.
Oltre ad esporre tre tele caratterizzate da un divisionismo accennato (Aurora, La prima luce e il lavoratore della terra e Ritratto di Amalia Besso), collabora insieme ai colleghi coetanei Arturo Noci, Umberto Coromaldi, Alessandro Poma ed Enrico Nardi alla realizzazione del fregio decorativo ideato da Giulio Aristide Sartorio per la Sala del Lazio.
Premi e riconoscimenti
Nel 1904 vince la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Saint Louis con l’opera Canzone ciociara, opera con cui ottiene il Premio di Roma nel 1906.
Nello stesso anno, vince la medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione per Bambina che ascolta le favole.
Nel 1905 il celebre pittore irlandese John Lavery propone a Innocenti la medaglia d’oro alla Biennale di Venezia per il dipinto Sui monti d’Abruzzo (oggi disperso), esposto nella Sala del Lazio insieme a In piazza.
L’opera In piazza viene acquistato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Influenzato dalla pittura moderna internazionale, con cui aveva potuto confrontarsi alle biennali veneziane, l’artista trovò una nuova fonte d’ispirazione nella vita della donna moderna.
Gruppo dei XXV della Campagna Romana
Nel 1904 divenne socio del Gruppo dei XXV della Campagna Romana e realizzò alcuni dipinti sull’Agro Romano.
Il gruppo fondato da Paolo Ferretti. Tra gli iscritti al gruppo dei XXV della Campagna Romana c’erano Coleman, Carlandi, Duillio Cambellotti, Parisani, Pascarella.
In quell’anno soggiornò a Roccaraso, in Abruzzo, alla ricerca di nuove scene di vita contadina.
VI° Biennale di Venezia
Nel 1905 alla VI° Biennale di Venezia presenta una serie di dipinti sul tema abruzzese a cui aveva lavorato nei soggiorni a Scanno e Roccaraso,
In piazza e Sui monti d’Abruzzo.
Nello stesso anno, tornato a Roma dai suoi viaggi in Abruzzo, Innocenti realizzò quindi una serie di disegni nei momenti di riposo tra una tela e l’altra, raffiguranti
«figurette di fanciulle e di signore mentre suonano il pianoforte, versano il thè, si acconciano i capelli dinanzi allo specchio, lavorano all’uncinetto od accudiscono a qualche altra faccenda domestica» (V. Pica, 1909).
La rivista Novissima
Otto dei disegni in questione furono presentati nel numero del 1906 di «Novissima», come ad annunciare ad un pubblico colto e raffinato la nuova direzione della propria ricerca.
VII° Biennale di Venezia
In questa edizione i suoi soggetti mondani riscuotono un grande successo, (Il gioiello, La zampetta malata, Alla Toeletta).
VIII° Biennale di Venezia
All”edizione del 1909 ottiene una mostra personale con venti grandi tele, presentata in catalogo da un entusiastico testo critico dell’amico Ugo Ojetti.
Si sposò a Roma con Ida Cittadini (1879-1939) nel 1908
Nel 1910 è membro della commissione italiana all’Esposizione universale di Bruxelles e dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
Nel 1912 è tra i fondatori della “Secessione” romana, nata in polemica con la Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, ritenuta ormai attardata ed eccessivamente legata agli ambienti ufficiali.
La prima mostra del gruppo ebbe luogo a Palazzo delle Esposizioni nel 1913 ma Innocenti, pur essendo tra i protagonisti, presentò solo un Ritratto: gran parte delle sue opere recenti, infatti, erano esposte a Parigi nella prestigiosa galleria Bernheim-Jeune, in una mostra personale che consacrava definitivamente il suo successo internazionale.
Accademia di San Luca
Ancora nel 1913 ottenne un importante riconoscimento ufficiale all’Accademia di San Luca, dove fu nominato accademico di merito per la classe di pittura.
Alla mostra della “Secessione” del 1914 recuperò l’assenza dell’anno precedente, esponendo in una personale sia le opere eseguite a Parigi, sia nuovi dipinti come La sultana, oggi nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Il periodo della Prima guerra mondiale
A causa del sopraggiungere della Prima guerra mondiale, le successive esposizioni della “Secessione” (1915, 1916-17) si realizzarono in tono minore.
la Biennale di Venezia, non si tenne dal 1914 al 1920.
Il mondo del cinema
In questo periodo Innocenti si concentra sull’attività di scenografo per il cinema che in questo momento era in piena espansione. a cui lavora con grande successo in tutta Europa. Al termine del conflitto, la sua pittura alla moda non sembra più incontrare l’entusiasmo della critica e del mercato, ormai indirizzato verso una monumentalità più rigorosa.
Innocenti e l’Egitto (1923-1940)
L’artista punta quindi a nuovi scenari, come quello egiziano. Nel 1923 allestì una personale al Circolo italiano di Alessandria d’Egitto.
II Biennale romana
Tornato a Roma, espone in una personale alla II Biennale romana, al Palazzo della Belle Arti di Via Nazionale, dove presenta soggetti ispirati al suo viaggio in Egitto.
Tornerà sul suolo nordafricano nel 1925, quando assumerà la direzione dell’Accademia di Belle Arti del Cairo.
Due anni dopo Innocenti partecipò al concorso indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione egiziano per un posto di direttore della istituenda Scuola di Belle Arti de Il Cairo, segnalatogli da Arduino Colasanti.
Vincitore, Camillo Innocenti si trasferì in Egitto e si adoperò per la nascita dell’Accademia, avvenuta nel 1928 e di cui tenne la direzione fino al 1937.
I compiti di Innocenti al servizio reale furono molteplici: oltre alla direzione, fu insegnante di pittura nella Scuola, e godendo dell’amicizia personale di re Fuad, eseguì undici ritratti del sovrano, altri del figlio, della regina e dei notabili della corte, effettuò disegni preparatori per tappeti e eseguì copie di miniature dei manoscritti persiani della Biblioteca Kediviale.
Ricevette illustri personaggi in visita in Egitto e realizzò quadri per la regina Nesla, accompagnandola anche nei musei e alle mostre.
Dipinse molto in quegli anni, cimentandosi in scene di vita popolare egiziana, paesaggi, truppe reali sui cammelli, cavalli, oggetti ornamentali, tappeti e vasi.
Opere in Vetrina
A questo periodo appartengono i nostri disegni acquarellati di Camillo Innocenti Mohamed Ali Vincitore (1926) e Ritorno al passato (1926)
Il rientro in Italia
A causa degli eventi bellici sempre più pressanti, tornerà a Roma con mezzi di fortuna.
Tra il 1943 e il 1947 risiederà sulla riviera adriatica.
Nel 1945 espone in una personale a Rimini, ma la sua figura è ormai fuori dal dibattito artistico a lui contemporaneo: gli anni a seguire saranno segnati da condizioni economiche sempre più drammatiche.
Muore all’ospedale San Camillo di Roma quasi novantenne, il 4 gennaio del 1961.
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