Francesco Hayez

Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882) il più celebrato pittore italiano dell’Ottocento si formò a Roma, dove giunse dalla natia Venezia, respirando la temperie culturale e figurativa dominata da Canova. Dopo essersi stabilito a Milano, si guadagnò presto il ruolo di capofila della nuova scuola pittorica del Romanticismo storico.

Francesco Hayez a Venezia, ove si avviò all’arte sotto Francesco Fedeli detto Il Magiotto e Lattanzio Querena, dai quali trasse il gusto del colore.

Studio l’Accademia con Matteini, eccellente disegnatore da cui probabilmente gli derivò la ricerca di una individuale espressione nel campo del ritratto.

Fu Teodoro Matteini, come riferisce lo stesso Hayez nelle sue memorie, a dargli questo grande insegnamento: “

“Ogni segno di matita, ogni tocco di pennello deve avere un perché”

Parole che significano la raccomandazione di un’assoluta probità in arte.

Roma

Francesco Hayez si formò a Roma, dove giunse dalla natia Venezia, respirando la temperie culturale e figurativa dominata da Antonio Canova.

Nel 1809 vinse il pensionato di Roma dove, oltre a conoscere di persona, Ingres e Johann Friedrich Overbeck, strinse amicizia con Antonio Canova e con i maggiori neoclassici e puristi.

Francesco Hayez a Venezia

Di ritorno a Venezia, Francesco Hayez si perfezionò nell’affresco.

Milano

Le opere a soggetto storico

Nel 1820, espose a Milano il suo primo quadro storico su soggetto tratto dalla storia delle Repubbliche italiane del Sismondi: Pietro Rossi, prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli.(Milano. Collezione Barbiano di Belgioioso). Questa composizione gli valse la qualifica di romantico.

A Milano fu insegnante all’Accademia di Brera, dal 1850 alla sua morte.

Copiosa e la serie delle composizioni storiche eseguite da Hayez nel corso della sua vita, da quella giovanile dei Vespri Siciliani. (Roma, Galleria d’arte Moderna) a Eccidio di Gerusalemme che egli donò in tarda età all’Accademia di Venezia.

I ritratti

Alla ritrattistica di Hayez, si deve tuttora guardare con ammirazione, ad esempio quando egli ferma in modo definitivo i caratteri di Rosmini, di Alessandro Manzoni, di Gioacchino Rossini, di Cavour, tutti esposti a Milano alla Pinacoteca di Brera o quando crea un’avvincente galleria di gentildonne, specchio fedele delle eleganze ottocentesche dalla Principessa di Sant’Antimo, Napoli, museo di San Martino alla Juva Branca, Milano, Villa Reale; al Ritratto di Selene Taccioli Ruga, Milano, collezione Litta Modignan, Venezia, ritratto di Mariquita d’Adda Falcò.

Francesco Hayez su Egidi MadeinItaly
Ritratto di Antonio Rosmini

 

 

 

Il ritratto del filosofo, teologo e presbitero Antonio Rosmini venne realizzato a Stresa, dal vero, nell’autunno del 1853. Il filosofo è ritratto con grande naturalezza da Hayez in un atteggiamento di assorta intimità, mentre trattiene nella mano destra un umilissimo oggetto d’uso personale, gli occhiali. (Catalogo generale dei beni culturali)

 

 

 

 

Francesco Hayez su Egidi MadeinItaly
La nobildonna Matilde Speck Pirovano Visconti

 

 

 

La nobildonna Matilde Speck, conscia della sua bellezza, si appoggia sul capo una camelia bianca che nel linguaggio dei fiori simboleggia raffinatezza e perfezione, oltre ad esprimere l’attaccamento amoroso di lunga durata.

 

 

 

 

 

 

Francesco Hayez su Egidi MadeinItaly
Venere che scherza con due colombe

 

La modella che Hayez ha scelto per quest’opera è la ballerina Cecilia Chabert.

 

 

 

 

 

 

 

 

La sensibilità dell’Hayez, si rivela inoltre in alcune composizioni più modeste rispetto a quelle ispirate dalla storia, il celebre Bacio, Milano, Pinacoteca di Brera, di cui la preziosità cromatica non vale a nascondere la convenzionalità propria dell’illustrazione, quanto a una serie di semplici immagini chiamate ad esprimere un sentimento: due significativi esemplari del genere sono il Pensiero malinconico ( Milano, collezione Litta, Modignani) e La meditazione (Verona, collezione Forti).

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