Pittore del piacere, così la scrittrice americana Geltrude Stein definì Raoul Dufy nel 1946.

Un’artista che esordì con la pittura per poi prestarsi alle arti decorative, raggiungendo altissimi livelli per modernità e sensibilità e che, pur costeggiando le avanguardie, riuscì sempre a mantenere uno stile personale caratterizzato dalla rappresentazione gioiosa dell’amore per la vita.

 

Zoom su Raoul Dufy

Raoul  Dufy nasce il 3 giugno 1877 a Le Havre in Normandia da una famiglia di modesta estrazione. Il padre gli trasmette la passione per la musica che sarà protagonista di molte sue opere, dove compaiono strumenti musicali, sale d’orchestra e concerti.

La sua pittura è costellata di reminiscenze dell’infanzia trascorsa a Le Havre. L’amore che nutre per il mare, i porti e le località di villeggiatura, costituisce la sua prima fonte di ispirazione e dominerà tutta la sua pittura.

All’età di 14 anni lavora come fattorino e studia arte di notte, finché nel 1900 ottiene una borsa di studi che gli permette di frequentare la scuola di Belle Arti di Parigi.

L’incontro con gli impressionisti e i post-impressionisti lo influenza in questi primi anni nella capitale della Belle Epoque, dove partecipa a diverse esposizioni collettive, al Salon des indipendentes e al Salon d’automne.

Ma saranno soprattutto Matisse, e i colori accesi dei Fauve, a traghettarlo verso una pittura moderna e di tendenza. E dopo un soggiorno da Georges Braque, Dufy lavora alla costruzione dei suoi quadri seguendo le regole di Cezanne.

Dal 1910, amplia la sua attività nel campo delle arti decorative. Affermandosi con successo in una produzione che va dalla xilografia alla grafica, dalle illustrazioni alle scenografie, dalle ceramiche ai tessuti.

Raoul Dufy e il mondo della moda

Zucca Frutti e Nuvole di Raoul Dufy
Zucca Frutti e Nuvole Opera su carta

Il suo gusto per la bellezza lo fa approdare poi, al mondo della moda.

Per vent’anni, lavorerà come designer di tessuti per il couturier Paul Poiret e per le seterie Bianchini Férier.  Le sue stoffe presentano spesso motivi floreali, vigorosi e contrastati, molto originali per l’epoca, in una straordinaria alleanza tra pittura e arte decorativa.

Grazie all’Haute Couture e ai marchi di lusso che nascevano proprio nella Parigi di quegli anni, Dufy acquisisce celebrità e ricchezza e si trasferisce a Montmartre, nell’atelier che conserverà per il resto della vita.

Della modernità Dufy riprende l’idea derivata da Cezanne, di associare disegno, colore e composizione. Nei suoi dipinti privilegia il colore come elemento creatore della luce, in armonia con le linee.

I soggetti preferiti di Raoul Dufy

I vogatori Regate a Henley
Regate a Henley I vogatori

 

Cavalli, vasi di fiori e paesaggi, ma anche la società dell’intrattenimento con le sue corse ippiche, le regate, gli spettacoli e le vacanze al mare, sono i suoi soggetti preferiti.

 

 

Case a Trouville Raoul Dufy Il pittore della gioia
Case a Trouville

 

 

Il suo desiderio è quello di trasmettere un’energia allegra, la felicità pura dell’istante.

 

 

 

 

Il sapiente lavoro manuale, il mestiere, gli permette di sviluppare un complesso vocabolario plastico fatto di riccioli, arabeschi, virgole e puntinature, con cui si allontana dall’aspetto immediato delle cose in favore del loro volto più profondo.

Raoul Dufy viaggio in Italia

Da marzo al maggio del 1922 viaggia per l’Italia. visita a Firenze, Roma, Napoli e poi la Sicilia, dove scopre nel sud, la sua luce densa e costante e i paesaggi classici.

 

La crisi economica degli anni ‘30 Dufy, non gode più delle entrate delle aziende del lusso, ma grazie alla sua fama riceve importanti commissioni ufficiali.

 Fata Elettricità di Raoul Dufy

Il quadro più grande del mondo

Tra le altre, la gigantesca Fata elettricità (Fée electricité ), un gigantesco dipinto murale di oltre 600 metri quadri concepito nell’ambito dell’Esposizione internazionale delle arti e delle tecniche nella vita moderna tenutasi a Parigi nel 1937.

Modernità e classicismo si mescolano in quest’opera colossale, definita il dipinto più grande del mondo, in cui Dufy dimostra il suo raffinato eclettismo di cacciatore di immagini. Agli occhi di tutti, egli incarna l’unione utopica tra arte e industria, tra decorazione e design teorizzata nel dopoguerra.

 

Proprio in questo periodo l’artista inizia a soffrire dell’artrite degenerativa che lo ostacolerà per il resto della carriera.

 Biennale di Venezia premio

Nel 1952, riceve il primo premio della Biennale di Venezia e la sua opera è conosciuta a livello mondiale.

Morirà l’anno successivo all’età di 75 anni.

Per quanto la malattia che l’aveva colpito fosse invalidante, non permise mai  che interferisse col suo lavoro o  diminuisse la grande gioia di vivere. Per lui il piacere fu sempre una cosa seria.

Trent'anni o La vie en rose Raoul Dufy
La via en rose

Le feste nei suoi dipinti non sono mai frivole, ma piuttosto emanano novità ed  edonismo e gli valsero la definizione di pittore della gioia e della luce.

Raoul Dufy – Il pittore della gioia

Palazzo Cipolla

Roma