I Sette Savi di Fausto Melotti 

La magia di un rito

In occasione della sesta Triennale di Milano nel 1936 Fausto Melotti su invito del gruppo BBPR ( acronimo degli architetti Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers) realizza, per la sala intitolata “Coerenza dell’uomo”, dodici sculture-manichino, evidentemente ispirate ai personaggi dechirichiani.

Negli anni 60 l’artista roveretano torna a meditare sul tema dei  “saggi, delle figure ieratiche” proponendo un gruppo scultoreo in pietra, che vede nuovamente protagonisti i manichini:  “I Setti Savi“.

L’opera acquisì un nuovo senso, facendo riferimento alla magia del “sette” che si ritrova in gran parte della nostra cultura.

L’autore decise quindi di creare sette statue in pietra.

I sette elementi del complesso scultoreo sono tutti uguali ma posizionati secondo un profilo differente l’uno dall’altro, creando un ritmo quasi musicale, come era tipico anche della scultura astratta di Fausto Melotti.

La sequenza si propone come variazione su un tema unico e induce a riflettere sulla compostezza e l’aspetto sacrale di coloro che dedicano la loro vita alla conoscenza.

1960– Il comune di Milano commissiona a Fausto Melotti, per il giardino del liceo classico Giosuè Carducci, le sette sculture in pietra di Viggiù.

1963 – Le sculture vengono deturpate e vandalizzate dagli studenti

1969 – Melotti, a cui il tema dei Sette Savi è particolarmente caro, ne realizza una nuova versione in gesso.

1981 – Fausto Melotti, in accordo col Comune di Milano, realizza una versione in marmo dell’importante nucleo di sculture, che viene collocata nel giardino della Villa Reale prospiciente la vetrata del Pac, il Padiglione d’Arte Contemporanea

2013 – SEA promuove e realizza il restauro delle sculture esponendole, dopo il recupero, nell’aeroporto di Milano Malpensa, in occasione dell’inaugurazione dello spazio espositivo la Soglia Magica alla Porta di Milano

Fausto Melotti e i Setti Savi Giardini di Palazzo Reale Milano