Cagnaccio di San Pietro

Cagnaccio di San Pietro (Desenzano, 1897- Venezia, 1946)

L’artista mutò il suo nome di battesimo Natale Scarpa Bentivoglio, con quello d’arte Cagnaccio di San Pietro, in ricordo dell’isola della laguna, San Pietro in Volta.

Cagnaccio di San Pietro
I naufraghi

Qui, egli visse gli anni più fattivi della sua arte a contatto con i pescatori e l’umile gente del luogo.

Apprese la pittura ai corsi di Ettore Tito all’Accademia di Venezia, ma si staccò dall’insegnamento del maestro e per qualche tempo partecipò al movimento Futurista, prima di trovare quell’incisività plastica e formale che distingue nettamente la sua opera da quella degli altri artisti veneziani suoi contemporanei.

Cagnaccio di San Pietro desiderò presto svincolarsi dalla tradizione del pittoricismo veneto.

All’inizio, si avvicinò alla scultura, poi cercò la solidità delle masse e dei volumi nei procedimenti futuristi ed infine trovò la strada più congeniale alla sua pittura, tramite un’ accostamento alla cultura diffusa da Felice Casorati nel Veneto e a Verona, in una definizione sempre più rigorosamente disegnativa e chiaroscurale della figura e del ritratto.

Cagnaccio incide con nitidezza la forma plastica con un vigore che giunge perfino alla allucinazione surreale, usando un colore di solito duro e vitreo,  che ricorda quello dei pittori muranesi del Quattrocento.

A questa originale indagine unisce la ricerca di una luce astratta, talvolta siderale, che pur serbandole appartenenza della realtà, tende ad una trasfigurazione ottenuta spesso mediante una appassionata meditazione sulla purezza delle forme.

Muore nel 1946,  a soli quarantanove anni.

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