Luca Giordano (1634-1705) Il trionfo della pittura napoletana
L’Arcangelo Michele mentre abbatte l’Angelo Ribelle che si contorce in smorfie mostruose, appestati cenciosi che agonizzano in strada, Santi che salvano cittá intere, Madonna del Rosario “quale rimedio per la conversione dei non credenti e la salvezza dei peccatori..” come si legge in una scheda tecnica.

Fa effetto vedere tutto ciò nel Triangle d’Or dell’arte contemporanea, nel Petit Palais, proprio di fronte al Tempio della FIAC, il Sancta Sanctorum dell’arte contemporanea.
Lì dove due tavolette messe una sopra l’altra o due strisce di colore messe una accanto all’altra vengono disputate a prezzi stratosferici, naturalmente devono essere tavolette di Donald Judd o strisce di Daniel Buren.

Mattia Preti e Luca Giordano
In questo luogo speciale si celebra il trionfo della pittura barocca la più pura
Luca Giordano Il trionfo della pittura napoletana é infatti il titolo di questa bellissima mostra

Monogramma della Firma
In effetti lo scarto tra l’effimero dell’arte contemporanea e la carne, le lacrime ed il sangue del Barocco napoletano sono davvero impressionanti.
Cosí come è impressionante la preparazione che occorre per saper interpretare un quadro di Luca Giordano.

Bisogna avere una cultura non indifferente che spazia dalla conoscenza della storia a quella della teologia, dall’iconologia e iconografia alla storia dell’Arte in senso stretto.
Inoltre è indispensabile una profonda conoscenza delle tecniche pittoriche delle varie epoche e varie regioni.

Serie I Filisofi 1650-1660
Insomma, tutto il contrario dell’arte contemporanea.
Qui dove è sufficiente il parere di un art advisor, o un di curator (termini sempre rigorosamente in inglese, lingua che ha preso il posto del famoso Latinorum di Manzoniana memoria).
L’impressione sempre più forte è che l’unica cosa che effettivamente il compratore di arte contemporanea domanda a queste persone, è che l’investimento sia azzeccato.
Torniamo al nostro “Fapresto” (nomignolo un pò acido che avevano dato a Luca Giordano causa della sua stupefacente velocitá di esecuzione di quadri).
Durante la visita veniamo a sapere che le sue perfette copie di capolavori di Tiziano Vecellio, Pietro Paolo Rubens, Guido Reni e Correggio gli valsero addirittura l’accusa di falsario.
Questo non gli impedí di diventare il pittore della Corte spagnola e naturalmente il punto riferimento della Napoli della metà del ‘600, cittá a quell’epoca cosmopolita e centro culturale di primo piano.

La Peste 1656
Questa cittá che fu anche refrattaria ad assimilare i dettami della Controriforma.
Si spiegano in questa maniera il successo di pittori quali José de Ribera e Mattia Preti ed il loro esercito di diseredati e mendicanti.
Queste scene erano lo specchio dell’attenzione rivolta alla sofferenza umana quale viatico personale verso la salvezza.

L’ Arte Barocca Italiana a Parigi
È insomma una mostra da non perdere per chi ha ancora il coraggio di confrontarsi con la nostra storia, con il nostro DNA.
Guardare in faccia il nostro passato neppure troppo remoto; le nostre nonne avevano sul comò il Rosario.

Ora tutto questo fa sorridere, se non peggio.
Lo tsunami che sta inghiottendo la nostra storia sembra irreversibile, quello che fa paura è il Nulla che sembra prendere il suo posto.
Visitare questa esposizione potrebbe far riflettere.
Petit Palais
Avenue Winston Churchill
75008 Paris
dal 14 novembre 2019 al 23 febbraio 2020