Il Tempo di Caravaggio Capolavori della Collezione Roberto Longhi
Quante volte in queste pagine vi ho parlato dello storico d’arte Roberto Longhi ?
Quest’anno ricorre il cinquantenario della sua scomparsa e la città di Roma ha voluto rendergli omaggio con questa bella mostra Il Tempo di Caravaggio Capolavori della Collezione Roberto Longhi.
Ai Musei Capitolini, sono esposti una cinquantina di capolavori provenienti da Villa Il Tasso dimora fiorentina di Longhi, il padre della storia dell’arte italiana ed europea.
Questi dipinti facevano parte della sua collezione privata, attraverso la quale Longhi potè studiare, tra i primi, la figura di Caravaggio.
Una passione, quasi una scommessa, che lo accompagnó per tutta la sua vita.
Appena ventenne, si laureò all’università di Torino con Pietro Toesca altro grande storico dell’arte, che tra i suoi allievi ebbe pure Federico Zeri.
Roberto Longhi (Alba,1890 – Firenze,1970), discusse la tesi proprio su Michelangelo Merisi da Caravaggio che, sembra incredibile, ma allora era un pittore quasi sconosciuto.
“Caravaggio, in luogo dell’ultimo pittore del Rinascimento, sarà piuttosto il primo dell’età moderna… Il pubblico cerchi dunque di leggere ‘naturalmente’ un pittore che ha cercato di essere ‘naturale’, comprensibile: umano più che umanistico: in una parola, popolare”. Roberto Longhi
La mostra
La mostra inizia col botto; dopo l’ingresso dove viene presentata la figura di Roberto Longhi, si è subito accolti in una sorta di privée dove appeso al muro c’è raffigurato lo scatto nervoso del Ragazzo morso dal ramarro, capolavoro del periodo romano del Caravaggio.
Colpisce molto il sentimento di dolore che riesce a trasmettere il volto del giovane, la sua smorfia e la sua mano contratta.
A seguire, lo studio approfondito di Longhi proprio su questa vera icona dell’arte, studio che passava anche attraverso degli appunti sotto forma di piccoli disegni, di schizzi.
Bisogna ammettere che oltre che con la penna, egli ci sapeva fare anche con la matita , visto come ha ritratto la figura del ragazzo con la tecnica a carboncino, datandola e firmandola.
Nelle altre sale, troverete una carrellata di capolavori pittorici di artisti del XVII secolo, contemporanei del Merisi e spesso influenzati dalla nuova tendenza dei chiaroscuri caravaggeschi.
Sono esposti pittori poco noti al grande pubblico come Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone (Morazzone 1573-Piacenza, 1626), e alcuni noti solo agli addetti ai lavori tipo il Maestro dell’ Emmaus di Pau attivo a Napoli, il fiammingo Dirk Van Buberen, oppure l’artista piemontese ma attivo a Roma, Giovanni Antonio Molineri, considerato come uno dei più importanti artisti caravaggeschi italiani e certamente uno dei maggiori fra i pittori seicenteschi piemontesi.
Allegoria della vanità
Naturalmente si possono vedere anche dei bellissimi quadri di artisti molto noti come il romano Angelo Caroselli con la sua Allegoria della Vanità.
Oppure il veneziano Carlo Saraceni detto anche Carlo Saracino (1585 – 1625) presente con delle bellissime opere
Altri artisti presenti nella mostra sono i genovesi Gioacchino Assereto (Genova 1600-1650) e Giovanni Andrea de Ferrari (Genova ante 1598-1669), il romano Filippo Napoletano (Roma 1589-1629) e Viviano Codazzi (Bergamo 1604 circa-Roma 1670) e ancora il napoletano Andrea Vaccaro (Napoli 1604-1670) e il milanese Francesco Cairo (Milano 1607-1665) ed il prolifico Mattia Preti (Taverna 1613-La Valletta 1699).
Arriviamo ora a degli artisti sommi come il genovese Bernardo Strozzi (Genova 1581-Venezia 1544) con un bellissimo ritratto
Gli Apostoli di Jusepe de Ribera
Ma il vero shock viene da una serie di quadri di Jusepe de Ribera detta degli Apostoli.
Malgrado sembrano tratti da uno script di un film horror contemporaneo, trasmettono una carica emotiva e spirituale senza eguali.
Non mancate questa bellissima mostra.
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