Il movimento artistico Italiano che ha rivoluzionato la pittura del XIX secolo
Il movimento dei Macchiaioli nasce a Firenze a partire dal 1855 fino al 1868, come una “reazione all’inerzia formale delle Accademie.”
Gli artisti si incontravano al Caffè Michelangiolo, animati dalla necessità di rinnovare la pittura italiana, guardando soprattutto alle Avanguardie francesi.
Caratteristiche e influenze del movimento dei Macchiaioli
Salvatore Altamura e il ton gris
Un’importante influenza fu il “ton gris” osservato dal pittore Saverio Altamura all’Exposition Universelle, una tecnica che riproduce la realtà usando uno “specchio affumicato che ne riflette in modo netto i contrasti di chiaroscuro. Le forme sono il risultato dell’impressione ottica così ottenuta.”
La collezione del principe Anatolio Demidoff Influenze Esterne
Nel 1856, l’apertura a Firenze, della collezione del principe Anatolio Demidoff a Villa Pratolino con opere di artisti come Ingres, Corot, Delacroix e di paesisti della scuola di Barbizon, offrì un importante confronto internazionale.
L’arrivo a Firenze di Domenico Morelli, descritto da Martelli come un “pittore dal colorito nuovo, brillante, argentino, il tono buttato giù con scioltezza meridionale“, e di Serafino De Tivoli, reduce da Parigi e dagli studi di Constant Troyon e Rosa Bonheur, contribuì ulteriormente all’impulso riformatore.
Macchiaioli. Radici fiorentine e sguardo all’internazionale
Sebbene il movimento fosse ben radicato alla terra toscana sia nella ricerca dei soggetti, sia nello studio cromatico, i pittori macchiaioli non disdegnarono i viaggi a Parigi e il confronto con la pittura dei barbizonniers prima e degli Impressionisti poi.
La cifra artistica dei Macchiaioli
Una caratteristica distintiva dei Macchiaioli è la loro cifra stilistica che rimanda alla realtà quotidiana, in contrasto con i paesaggi più immediati e otticamente mutevoli dei colleghi francesi.
Pittori principali del movimento dei Macchiaioli
Tra gli artisti più celebri del movimento dei Macchiaioli si annoverano Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega e Odoardo Borrani, Francesco Gioli, Antonio Fontanesi, Raffaello Sernesi. Giuseppe Abbati, Saverio Altamura, Cristiano Banti, Giovanni Boldini, Luigi Bechi, Vincenzo Cabianca, Adriano Cecioni, Vito D’Ancona, Antonio Puccinelli, Serafino De Tivoli.
Giovanni Fattori
Giovanni Fattori (1825-1908) è stato un pittore italiano nato a Livorno, uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Dopo studi commerciali, si formò artisticamente a Firenze presso l’Accademia di Belle Arti. Partecipò ai moti risorgimentali del 1848 e, a partire dalla fine degli anni 1850, aderì ai Macchiaioli, influenzato dalla scuola di Barbizon, dedicandosi alla pittura en plein air di paesaggi e scene contemporanee. Tra le sue opere principali vi sono “Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta” (1860-1861), scene militari come “L’assalto alla Madonna della Scoperta” (1862) e paesaggi rurali come “Sosta in Maremma” (1873-1875). Insegnò all’Accademia di Firenze e si dedicò anche all’incisione, producendo opere innovative. La sua produzione riflette il passaggio dai temi storici a quelli naturalistici e rurali, contribuendo significativamente al realismo macchiaiolo.
Giovanni Fattori Buoi in riva all’Arno
Telemaco Signorini
Telemaco Signorini (1835-1901), nato a Firenze, fu un pittore, incisore e critico d’arte, figura centrale dei Macchiaioli. Inizialmente orientato alla letteratura, studiò all’Accademia di Firenze e iniziò a dipingere paesaggi all’aperto dal 1854. Frequentatore del Caffè Michelangiolo, divenne il “deus ex machina” del gruppo, promuovendo la cattura della luce naturale e l’abbandono della pittura storica accademica. Volontario nella Seconda Guerra d’Indipendenza (1859), viaggiò spesso a Parigi, influenzato da artisti come Degas. Opere chiave includono “Il reparto delle pazze a S. Bonifazio” (1865), “Il bagno penale a Portoferraio” (1890) e “Leith” (1881), che mostrano influenze fotografiche e asimmetrie compositive. Fu critico d’arte e insegnante, contribuendo al passaggio verso l’Impressionismo.
Telemaco Signorini Nubi al tramonto
Silvestro Lega
Silvestro Lega (1826-1895), originario di Modigliana, fu un pittore realista italiano e membro di spicco dei Macchiaioli. Studiò all’Accademia di Belle Arti di Firenze e partecipò alle campagne garibaldine del 1848-1849. Inizialmente accademico e purista, aderì ai Macchiaioli intorno al 1859, frequentando il Caffè Michelangiolo e dipingendo paesaggi en plein air con artisti come Borrani, Abbati e Signorini. Le sue opere mature, come “Il canto dello stornello” (1867) e “La visita” (1868), ritraggono scene domestiche e rurali con composizioni equilibrate e colori atmosferici. Dopo perdite personali e problemi di salute, la sua produzione si fece più malinconica, ma continuò a esporre fino alla morte. Il suo stile unisce colore contemporaneo a composizioni tradizionali, incarnando l’essenza macchiaiola.
Il canto di uno stornello Silvestro Lega
Odoardo Borrani
Odoardo Borrani (1833-1905), nato a Pisa, fu un pittore italiano associato ai Macchiaioli. Studiò all’Accademia di Belle Arti di Firenze e si distaccò dagli stili accademici per unirsi al gruppo, dipingendo dal vero con Signorini e Cabianca al Caffè Michelangiolo. Dal 1862, lavorò in campagna a Piagentina e Castiglioncello, formando la “scuola di Piagentina”. Volontario nella Seconda Guerra d’Indipendenza (1859), realizzò opere come “Cucitrici di camicie rosse” (1863) e paesaggi rurali come “La mietitura nella montagna Pistoiese”. In seguito, aprì una galleria con Lega e si dedicò all’insegnamento e alla decorazione ceramica. La sua produzione spazia da temi storici a ritratti e acquarelli, enfatizzando la pittura di paesaggio naturale.
Odoardo Borrani Renaioli sul Mugnone
Francesco Gioli
Francesco Gioli (1846-1922), nato a San Frediano a Settimo, fu un pittore italiano membro dei Macchiaioli. Proveniente da una famiglia agiata, studiò all’Accademia di Pisa e Firenze, iniziando con scene storiche. Negli anni 1870, influenzato da Fattori e Signorini, aderì al movimento, dipingendo paesaggi e scene rurali nella campagna pisana, esponendo in Italia e Parigi con influenze dalla scuola di Barbizon. Divenne professore a Bologna e Firenze. Le sue opere principali includono scene di vendemmia come “La vendemmia” (1885) e “Il tempo di vendemmia” (1886), oltre a “L’acqua” (1872) e vedute fiorentine. La sua pittura evolve verso toni luminosi e nostalgici, focalizzandosi su temi contadini.
Francesco Gioli Passa il viatico
Antonio Fontanesi
Antonio Fontanesi (1818-1882), pittore italiano nato a Reggio Emilia, è noto per i paesaggi romantici influenzati dalla scuola di Barbizon, senza un coinvolgimento diretto nei Macchiaioli, sebbene legato a figure come Cristiano Banti. Si formò come paesaggista e scenografo teatrale, partecipando ai moti risorgimentali. Visse a Ginevra (1850-1865) e viaggiò a Parigi e Londra. Insegnò all’Accademia di Lucca e Torino, e dal 1876 al 1878 in Giappone, introducendo tecniche europee. Opere principali includono “Ritorno dal pascolo”. Pur non essendo un macchiaiolo, la sua enfasi sul paesaggio en plein air influenzò indirettamente il movimento attraverso i suoi allievi e contatti.
Antonio Fontanesi Il mattino
Raffaello Sernesi
Raffaello Sernesi (1838-1866), pittore e medaglista italiano nato a Firenze, fu associato ai Macchiaioli. Studiò all’Accademia di Firenze sotto Ciseri e, dopo la morte del padre, lavorò come incisore. Dal 1859, frequentò il Caffè Michelangiolo con Borrani e altri, unendosi al gruppo per dipingere paesaggi en plein air con tonalità azzurre e terracotta. Volontario nella Seconda Guerra d’Indipendenza, realizzò opere come “Pastura in montagna” (1861). Morì giovane a 27 anni per una ferita in battaglia durante la Terza Guerra d’Indipendenza. La sua produzione, limitata ma innovativa, enfatizza la chiarezza lineare e i paesaggi naturali, contribuendo al primo realismo macchiaiolo.
Giovanni Fattori Buoi in riva all’Arno
Questo innovativo gruppo di artisti, attivo principalmente in Toscana tra la metà e la fine del XIX secolo, ha rivoluzionato il modo di rappresentare la realtà, anticipando alcune delle tecniche più moderne dell’arte contemporanea.
Le caratteristiche principali dei Macchiaioli
Il termine “Macchiaioli” deriva da “macchia”, ovvero le macchie di colore che gli artisti applicavano sulla tela.
Le loro opere si distinguono per:
L’uso della macchia di colore, che realizzavano applicavando pennellate rapide e visibili, creando effetti di luce e ombra molto vividi.
L’attenzione alla luce naturale, dipingevando en plein air (all’aperto), catturanavano le atmosfere e i paesaggi italiani con grande realismo.
L’assenza di dettagli eccessivi. i pittori Macchiaioli preferivano rappresentare la scena con poche pennellate, lasciando che l’osservatore riempisse gli spazi vuoti con la propria immaginazione.
L’interesse per la vita quotidiana. Spesso raffiguravano scene di vita rurale, paesaggi toscani e momenti di lavoro e socialità.
Le opere più famose dei Macchiaioli
Tra le opere più celebri di questo movimento troviamo:
“Il passaggio della Bianchina” di Giovanni Fattori, che cattura un momento di vita rurale con un uso innovativo della luce.
“La battaglia di Magenta” di Telemaco Signorini, che rappresenta un episodio storico con un forte senso di realismo.
“Ritratto di donna” di Silvestro Lega, esempio di come i Macchiaioli sapessero anche ritrarre con sensibilità e naturalezza.
Macchiaioli
Il movimento dei Macchiaioli ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte moderna in Italia. La loro attenzione alla luce, alla natura e alla rappresentazione della vita reale ha anticipato tecniche che saranno poi adottate dai movimenti impressionisti e post-impressionisti.
Ho un quadro di famiglia di un pittore Macchiaiolo
I Macchiaioli rappresentano uno dei movimenti artistici più significativi dell’Ottocento italiano, nato in Toscana intorno agli anni 1850-60 come reazione all’accademismo romantico. Artisti come Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini si dedicarono alla pittura en plein air, catturando la luce naturale e scene di vita quotidiana con macchie di colore vivide e innovative. Oggi, il valore commerciale di questi dipinti sul mercato dell’arte riflette non solo il loro pregio storico e estetico, ma anche l’interesse crescente da parte di collezionisti e investitori internazionali.
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