Buongiorno a tutti, oggi, sul nostro Magazine inizia una nuova rubrica che spero attirerà la vostra attenzione.
Come avete visto per il nome mi sono ispirata al Festival Cinematografico di Cannes.
In questa rassegna chiamata appunto “Un certain regard” vengono proiettati film non prodotti dalle Major. Spesso sono opera di registi esordienti che hanno qualcosa di originale da raccontarci.
In fin dei conti, ci parlano della realtà vista sotto un punto di vista originale.
È un pò quello che vorremmo fare noi.
Secondo la nostra esperienza, sappiamo che generalmente i quadri si guardano nella loro integrità.
Quello che vogliamo suggerire qui, é il soffermare la vista, e quindi la nostra attenzione, sugli sguardi, “les regards,” dei protagonisti dei quadri che abbiamo avuto la fortuna di vedere e fotografare dal vivo.
Spesso ci siamo accorti che una foto del dettaglio degli occhi ci dice tantissimo sul personaggio ritratto, sulle sulle sue emozioni, i suoi stati d’animo.
Ci dice anche tanto sull’epoca del quadro, sul periodo storico visto attraverso gli occhi di chi quel periodo lo ha veramente vissuto in prima persona.
Abbandoniamoci dunque, entriamo nello sguardo, e quindi in qualche maniera nell’anima di questi personaggi ritratti nelle epoche più svariate.
Negli sguardi che vi presentiamo oggi si possono leggere gli stati d’animo i più diversi, emozioni di tutti i tipi; ci sono paure, rabbie, abbandoni amorosi, ma anche realtà inafferrabili, mutismi di volti che durano da secoli, dei quali non conosceremo mai nulla, sui quali potremo solo fantasticare.
Vi invito dunque ad osservare questi fantastici dipinti e volare insieme con la fantasia, immaginare il motivo di una paura, di un furore, oppure intuire cosa ci vogliano dire due occhi che ci scrutano…
Come dicevo, osserveremo gli stili e le epoche, le più svariate.
Dalla scuola veneta del ‘500 di Vittore Carpaccio
al contemporaneo, dal Barocco al Cubismo di Pablo Picasso
Accanto ad un imperscrutabile sguardo rinascimentale, osserveremo degli occhi quasi psichedelici di Karel Appel.
Insieme ad una dolcezza di un’ espressione ottocentesca, cercheremo di capire cosa ci vuole dire Jean Cocteau con i suoi tre occhi impossibili da fissare contemporaneamente. Forse allude al terzo occhio di cui parlano gli orientali, quello dell’intuito, della percezione extrasensoriale, che noi contemporanei abbiamo praticamente atrofizzato.
Non poteva certo mancare il genio di Pablo Picasso, il quale ci ha obbliga a fare i conti con le varie personalità che spesso convivono dentro di noi.
I due occhi del suo volto, gettati apparentemente a caso nel ritratto, sono lo specchio dello smarrimento che spesso abbiamo dentro di noi.
Sembra quasi la rappresentazione di quello che diceva San Paolo “…io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.”
Di qualcuno però sappiamo tutto.
Del bellissimo, quasi seducente San Giovanni Battista di Cima da Conegliano.
Come pure della dolce Maria, che abbassando gli occhi, dice “si”a quel dolore che le trafiggerà il cuore.
L’accettazione, massima espressione dell’Amore.