Lucio Fontana e lo Spazialismo
Il manifesto bianco
La prima espressione teorica di concepire lo spazio è presentata da Lucio Fontana (Rosario 1899 – Comabbio 1968) nel manifesto Bianco nel 1946 in Argentina ispirato da lui e firmato dai suoi allievi dell’Accademia di Buenos Aires.
Lo Spazialismo di Lucio Fontana
Nel 1947 Lucio Fontana arriva a Milano dove importa il gusto dello Spazialismo. Propone agli artisti più sensibili ai cambiamenti, una via d’uscita da un clima artistico molto spesso provinciale. Una nuova concezione di spazio che si lascia esplorare, creare, percorrere.
Tutto è spazio, tutto è un fare spazio. Non ci sono più luoghi dove lo spazio è relegato e altri no. Lucio Fontana
L’incontro con Carlo Cardazzo
Nel 1951 Lucio Fontana entra in contatto con Carlo Cardazzo e inizia una prolifica collaborazione tra Milano e Venezia.
La mostra Nuove Tendenze a Venezia
Nel 1953, alla mostra Nuove Tendenze presso la galleria del Cavallino gli spazialisti milanesi e quelli veneziani espongono insieme.
A questa mostra è presente anche Edmondo Bacci che aderisce allo Spazialismo veneziano.
Nel 1958 Lucio Fontana presenta l’ultimo Manifesto Spazialista e partecipa alla Biennale di Venezia.
La differenza tra lo Spazialismo milanese e Spazialismo veneziano
Questa nuova dimensione interessa tantissimo gli artisti del momento e ognuno risponderà in maniera diversa a seconda della propria cultura.
Lo Spazialismo milanese
Gli artisti milanesi rispondono al gestualismo fontaniano, all’energia di voler rompere sulla tela un qualcosa. Il foro sulla tela che crea un fatto, non una gestualità.
Gli artisti spazialisti milanesi
Tra loro: Lucio Fontana, Gianni Dova, Roberto Crippa , Tancredi, Aldo Bergolli.
Roberto Crippa
Roberto Crippa (Milano 1921 – Bresso 1972) conferisce alle sue opere un’identità spaziale attraverso grandi e dinamiche spirali.
Gianni Dova
Gianni Dova (Roma 1925 – Pisa 1991) utilizza macchie, conflagrazioni e segni automatici spesso ootenuti dai giochi casuali dello smalto emulsionato sulla tela in modo da evocare uno spazio sommerso, cristallizzato.
Lo Spazialismo veneziano
Lo Spazialismo veneziano nasce con la Biennale del 1948 dove Lucio Fontana espone 5 opere di cui una spazialista.
Il gruppo degli Spaziali veneziani rimane profondamente legato alla tradizione della grande pittura veneta. La pittura è nel DNA degli artisti veneti.
Edmondo Bacci racconta delle sue visite alle chiese della laguna per ammirare i soffitti affrescati del Tiepolo. Gli artisti veneziani rispondono alle sollecitazioni dello Spazialismo con la pittura.
Gli spazialisti veneziani
Anton Giulio Ambrosini, Mario Deluigi (Treviso 1901 – Dolo,1978), Virgilio Guidi, Berto Morucchio e Vinicio Vianello, che dopo aver rappresentato le luci e i crepuscoli sulla laguna, si era tuffato in tracciati siderali che sembravano inseguire le misteriose energie del cosmo; cui si assoceranno come firmatari nei due manifesti successivi anche Bruno De Toffoli, Tancredi, Edmondo Bacci ( Venezia, 1913-1978) e Gino Morandis (Venezia 1915-1994). Bruna Gasparini (Mantova 1913- Venezia 1998), Saverio Rampin ( Paluello di Strà (VE), 1930 – Lido di Venezia, 1992).
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