La Maschera di Adamo di Elisabetta Mayo d’Aloisio  

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.” Genesi 2, 21-22

 A questi versetti tanto scarni quanto importanti per la storia antica e moderna dell’umanità deve aver pensato Elisabetta Mayo d’Aloisio  (Napoli, 1894 – Roma, 1972)  concepì e poi realizzò l’opera “Il sonno di Adamo”.

Purtroppo, riguardo l’arte della nostra artista, gli studi sono ancora limitati, ma abbiamo comunque molte preziose informazioni.

Per esempio sappiamo che, come ci informa lo storico Lino Spadaccini nel blog Noi vastesi, “Il sonno di Adamo” era un’importante opera che fu “.. riportato su tavola fuori testo nel primo numero della rivista Oceanica di Curzio Malaparte”

Come sappiamo, Curt Erich Suckert al secolo Curzio Malaparte è stato uno dei maggiori scrittori ed intellettuali italiani. 

La sua attenzione verso le opere di Elisabetta Mayo deve far riflettere riguardo la sua importanza nel panorama artistico del ‘900.

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Maschera di Adamo di Elisabetta Mayo d’Aloisio

La Maschera di Adamo scultura in bronzo

Il bronzo La Maschera di Adamo,che abbiamo il piacere di presentare sembra indubitabilmente quello riprodotto nel sito dell’artista nella sezione Opere con il titolo “Maschera di Adamo”, ma non sappiamo se sia un bozzetto dell’opera maggiore oppure una creazione a sé stante. 

Da quello che si riesce ad intuire dalla foto pubblicata sempre sull’ articolo del dottor Spadaccini, la somiglianza tra le due teste è notevolissima, ma questo non scioglie il dubbio.

Rimane comunque la forza plastica di un’opera di rara bellezza e intensità.

Elisabetta Mayo d’Aloisio

Non a caso Elisabetta Mayo fu l’allieva prediletta di Vincenzo Gemito.

Il sodalizio artistico e di vita con il maestro Carlo d’Aloisio da Vasto, con il quale condivise molte importanti esposizioni, penso sia una delle più importanti manifestazioni artistiche del periodo, ma anche, purtroppo ancora poco approfondita e studiata. I due artisti che vissero e lavorarono nel loro studio romano in viale Giulio Cesare 51 dove operarono insieme  a Trifoglio e Roberto Melli.

Fortunatamente, grazie all’opera del nipote Carlo D’Aloisio Mayo, l’attenzione sta crescendo intorno all’arte dei suoi valenti familiari.

Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente. Sono sicuro che la sua passione ed il suo entusiasmo avranno la meglio sull’oblio sceso su due grandi protagonisti dell’avanguardia artistica italiana del ‘900.

Questo articolo, scritto da Alessandro Ricci è stato pubblicato sul sito