Il mito greco della Danae è uno dei più importanti, profondi e quindi tra i piú rappresentati della storia dell’arte.
Figlia del re di Argo e di Euridice (attenzione, non quella di Orfeo), fu proprio il padre Acrisio che la fece imprigionare a causa di una premonizione ricevuta.
L’oracolo predisse ad Acrisio che sarebbe stato ucciso da suo nipote, dal figlio di Danae e per questo motivo la fece imprigionare, in modo che non conoscesse uomo.
Ma con i miti nulla è scontato, ed è qui che entra in gioco Zeus.
Giove infatti, invaghitosi di Danae trovò il modo di raggiungerla; trasformatosi in una pioggia d’oro, si introdusse nella sua cella e si unì a lei.
Da questa relazione nacque Perseo, il mitico semidio uccisore di Medusa.
Una leggenda vuole che Danae finì i suoi giorni in Italia, e forse è vero, visto quanto la sua storia sia stata amata e rappresentata dai pittori italiani.
Tra questi l’artista del nostro quadro, il quale colse l’esatto momento in cui Giove si trasforma nella pioggia dorata che feconderà la nostra Danae.