Toulouse-Lautrec – Decisamente Moderno al Grand Palais di Parigi
In questa stagione il polo museale dell’Avenue du Général Eisenhower si é scatenato.
Se il Petit Palais propone in contemporanea una meravigliosa mostra su Vincenzo Gemito e un’altra sul pittore napoletano Luca Giordano,
di fronte il Grand Palais risponde con una doppietta di tutto rispetto. Abbiamo l’opportunità di visitare una retrospettiva molto esaustiva su El Greco, di cui vi ho già parlato in un altro articolo e un’altra su Henri de Toulouse-Lautrec(1894-1901).

Ed è proprio di quest’ultima che voglio parlarvi e di Henri de Toulouse-Lautrec. Era dal 1992 che non veniva organizzata una mostra su questo artista francese,piccolo di altezza ma grande di fama.

Henri de Toulouse-Lautrec
Se penso a lui mi vengono subito in mente i locali alle pendici di Montmartre, fumosi e polverosi, dall’odore acre di umori e amori. Di fumo, alcol e assenzio.
In effetti è qui che troviamo il nostro Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec-Monfa. Sentito che nome importante?
La sua è una delle famiglie nobili, più antiche di Francia. Purtroppo a causa di matrimoni consanguinei, in uso in quell’epoca per conservare la linea di sangue blu, non godrà mai di una salute di ferro e nonostante le tante cure a cui la mamma lo ha sottoposto le sue gambe non si svilupperanno mai. Resteranno quelle di un bambino con un busto di adulto. Era alto solo 152 centimetri.

Henri Rachou
Interrompe gli studi ma sotto l’egida di suo zio e del suo amico pittore René Princeteau, inizia a lavorare come artista. Lavorerà negli atelier di Léon Bonnat, Fernand Cormon, dove frequenterà Vincent van Gogh, Adolphe Albert,Emile Bernard e altri.

Il Signor Fourcade
Pittore post-impressionista. Lavora come illustratore dell’Art Nouveau. I suoi quadri raccontano la vita parigina della fine dell’800 e dell’inizio del XX° secolo. Quella del Moulin-Rouge e degli altri locali del 18e arrondissement.

Vi ricordate il meraviglioso film di Woody Allen Midnight in Paris o l’ancora più indimenticabile Moulin Rouge dell’australiano Baz Luhrmann? Ecco proprio quella Parigi li. Infatti ora che ci penso in tutti e due i film c’è un omaggio al nostro Henri.

Tornando alla mostra mi sono rimasti in mente i vari ritratti alle show-girl dell’epoca Jane Avril, Louise Weber, la regina del cancan, conosciuta col soprannome di La Goulue,(la golosa) perché tra un ballo e l’altro aveva l’abitudine di svuotare i bicchieri dei clienti e la locandina che lei gli commissionò per pubblicizzare il suo padiglione di danza. Quelli della cantante Yvette Guilbert col suo vestito verde, i capelli rossi e i lunghi guanti neri. Yvette fu anche musa di Toulouse-Lautrec.

Un’opera che mi è piaciuta durante questa visita è una vetrata che proviene dal Museo d’Orsay. Un lavoro a quattro mani di Henri Toulouse Lautrec et di Louis Comfort Tiffany (New York, 1848 -1933). Si intitola Au nouveau cirque,Papa Chrysanthème.

Commissionatagli da Siegfried Bing un commerciante che voleva arredare il suo negozio parigino in puro stile Art Nouveau. Henri prepara i cartoni delle vetrate che poi Tiffany realizzerà a New York. Un gioco di vetri colorati raffiguranti una donna di schiena seduta in un palchetto di un circo vestita con un bell’ abito dalle maniche generose, un cappello ricco di fiocchi e il suo cannocchiale da teatro. Tanto da meritarsi un posto d’onore nel negozio di Bing: la sezione giapponese del suo negozio.

Due considerazioni su questa mostra che raccoglie 225 opere dell’artista:
ho scoperto quanto Henri de Toulouse-Lautrec sia conosciuto e apprezzato all’estero. Molti quadri appesi nella splendida cornice del Grand Palais provengono dagli Stati Uniti e dalla Russia oltre ai capolavori custoditi nel museo di Albi sua città natale e al Museo d’Orsay.

Seconda considerazione é che nonostante un fisico che non lo ha certo aiutato, ha saputo sfruttare tutte le occasioni che la vita gli ha dato. Poliedrico e curioso, è riuscito ad esprimere il suo amore per l’arte, che aveva scelto di seguire sin da giovane.
Henri de Toulouse-Lautrec – Decisamente Moderno
Grand Palais
dal 9 ottobre 2019 al 27 gennaio 2020
Parigi