Raffaele Casciaro ci informa che

“…nella Roma berniniana si realizzeranno colossali scenografie di legno e cartapesta e grandiose macchine come il perduto ma documentato carro carnevalesco dello stesso Lorenzo Bernini per Agostino Chigi e… soprattutto a Firenze, le botteghe polivalenti, dall’epoca di Lorenzo Ghiberti a quella di Andrea Verrocchio, con in mezzo la figura cruciale di Donatello, fecero esperimenti in quasi tutti i materiali disponibili… gli scultori della generazione successiva usano la cartapesta con frequenza

Ed è proprio a questa tradizione e scuola fiorentina che dobbiamo le due nostre sculture.
Riguardo la macchina costruita da Gian Lorenzo Bernini, il dottor Salerno ci rende edotti che:

Di tale produzione di opere che andavano, con rare eccezioni, immediatamente distrutte, non restano testimonianze. Tra quelle relative ad apparati in cartapesta…troviamo il carro carnevalesco berniniano, realizzato per Agostino Chigi nel 1658, per il quale si conservano notizie sui pagamenti.
Di tutto l’apparato decorativo, si può desumere dai documenti che fossero in cartapesta dorata e argentata ‘ quattro putti di carta pista grandi di color carne con due zazzere naturali e ghirlande di rose di seta, targhe mascheroni ed altro’ ed ancora ‘otto festoni di cartapesta di serque dorate’ oppure gli ‘ alamari di cartapeste con altrettanti turbanti per li Mori’.  Ancora un allievo di Bernini, Giovanni Paolo Schor riceve dei pagamenti nel 1687 per I fanali per la processione di San Marcello; lo scultore realize I bozzetti e successivamente le cartapeste.

Cosa significa tutto ciò? Sta a significare che gli atelier, anche di artisti sommi, produssero opere, sculture in cartapesta; questo spiega la qualità quasi museale delle nostre sculture.

Come ci informa Paolo Biscottini:

Se inizialmente eravamo tutti convinti che la scultura in cartapesta avesse, in taluni casi, una propria, autonoma valenza artistica, nel corso dei lavori abbiamo riconosciuto esattamente il contrario: fatto salvi alcuni casi di vero e pur nobile artigianato,…è legittimo, anzi doveroso parlare della cartapesta come di un genere proprio della scultura, con esiti altissimi nell’opera di artisti certamente più noti per l’uso di altri materiali.”

 

Artisti del Rinascimento 

Qui il dottor Biscottini si riferisce sicuramente alle opere in cartapesta di artisti sommi scultori del marmo quali Jacopo Sansovino, Donatello e Lorenzo Ghiberti per l’epoca rinascimentale.

Artisti del Barocco

Per l’ epoca barocca possiamo invece citare nientemeno che Gian Lorenzo Bernini ed Alessandro Algardi; due loro importanti sculture in cartapesta si trovano entrambi al Museo Civico Palazzo della Penna di Perugia presso la collezione Martinelli.

L’esimio studioso Carlo Stefano Salerno ci dice che:

la cartapesta fu usata per la produzione di modelli da Gian Lorenzo Bernini…per due delle quattro statue di angeli eseguite per il Baldacchino di San Pietro, documentati con un successivo saldo a Bernini per i modelli di creta, e ‘à conto degli angeli di Carta Pista per detto Altare’.

Dei quattro angeli, dunque, due vennero eseguiti in terra cruda,…e due con la tecnica della carta pista
Questo tipo di procedura dunque, illustra le relazioni tra lo scultore responsabile dell’invenzione ed i formatori e cartapestai che traducono quella invenzione in opere finite. 

Il procedimento

Riguardo il procedimento tecnico così continua il Salerno:

”Si parte dunque da una struttura interna su cui si costruiscono man mano i volumi e su cui si applicano le singole parti realizzate a stampo, volto, mani e piedi; su questa si applicano per fasi successive i fogli di carta che vengono modellati in corso di esecuzione, in maniera libera, producendo non già esemplari seriali ma manufatti sempre differenziati l’uno dall’altro.”