Tullio Crali

I suoi esordi 

Tullio Crali  (Igalo, 1910 – Milano, 2000)  è stato uno dei pochi aeropittori Futuristi che hanno testimoniato fino ai giorni nostri che cosa è stato il secondo futurismo con tutte le sue implicazioni culturali e politiche.

Fino a 12 anni vive con la famiglia a Zara, città che allora era italiana e ne conserva pochi ricordi, ma vive impressioni e più tardi scriverà:

di allora non mi è rimasto che un fagotto di stupori, curiosità, scoperte ,sogni, incomprensioni.

Tullio Crali Incuneandosi nell'abitato, 1939
Incuneandosi nell’abitato, 1939

Ricorda in particolare di essere rimasto colpito da un idrovolante ammarato nel 1919 nello specchio di mare antistante la sua casa, forse è in quel momento che nasce la sua passione per il volo e si decide il suo destino di aeropittore.

Come influenzò l’ambiente di Gorizia la formazione artistica di Crali?

Nel 1922 la famiglia si trasferisce a Gorizia, città ancora segnata dalla guerra e va ad abitare in una casa di piazza Vittoria.

Crali sintetizza così la sua adolescenza a Gorizia:

quando da Zara venni a Gorizia la città aveva ancora le sue ferite,  di reticolati di guerra e di bossoli come fiere tra l’erba. Sono cresciuto tra i cimiteri di guerra, ossa e cimeli. Ma con lo sguardo rivolto in alto, dove volteggiavano gli aeroplani che non dovevano arrugginire negli hangar.  Fu così che, non potendo fare l’aviatore divenni un aeropittore Futurista

Il campo di volo di Merna vicino a Gorizia mai utilizzato durante la Prima guerra mondiale rientra nel gruppo di quelli che la Regia aeronautica nata nel 1923 decide di ammodernare e ristrutturare.

Nel 1931 l’aeroporto è pienamente operativo.  Sono anni di continue esercitazioni che il giovane Tullio Crali ha modo di ammirare dalla città.

Aeropittura e il Futurismo

Tra i primi lavori documentati di Tullio Crali c’è la piccola tempera intitolata AEROPLANI SULLA METROPOLI eseguita nel 1926 a soli 16 anni.

Il tema della città moderna, tanto caro ai futuristi, qui sembra davvero averlo già sedotto e la spinta verticale dei  grattacieli interrotta da quegli strati di nebbia che attraversano il cielo, ci fa pensare alle architetture utopistiche  di Antonio Sant’Elia.  Qui, in più c’è un cromatismo, una sensibilità per il colore davvero raffinata  che sorprende in un pittore veramente gli esordi.

Crali inizia a dipingere nel 1925 dopo aver scoperto l’esistenza del Futurismo sul Mattino Illustrato di Napoli e i suoi primi lavori deve farli di nascosto dal padre che lo voleva diplomato in ragioneria.

Erano naturalmente lavori ispirati dalle composizioni di Giacomo Balla e di Umberto Boccioni e degli altri protagonisti dell’Avanguardia italiana di cui lui trovava le riproduzioni sui giornali.

Il giovanissimo Crali, quindi, non potendo studiare dal vivo le opere dei futuristi, si documenta sulle riviste.

Le Riviste d’Arte come Finestra sul Futurismo

Crali iniziò a dipingere nel 1925, dopo aver scoperto il Futurismo sul “Mattino Illustrato di Napoli”

Il ruolo della rivista Noi

Il giovanissimo Crali,  non potendo studiare dal vivo le opere dei futuristi, si documenta sulle riviste. Una in particolare gli è stata particolarmente utile: Noi, la rivista che Enrico Prampolini ha diretto fino al 1925.

Qui, trova articoli da cui ricava idee e modelli e ne vengono fuori  delle opere molto interessanti come, ad esempio, ROMBO DI AEREO del 1927.

Rombo di Aereo

Rombo di Aereo” del 1927, un acquerello ispirato dagli aerei che Crali osservava a Merna, mostra come il giovane artista avesse già assimilato il linguaggio futurista.

Un acquerello piccolo che chiaramente gli viene inspirato dagli aerei dal vivo, che vede decollare  dal campo di volo di Merna.

I suoi lavori erano in anticipo sul manifesto dell’Aeropittura.

Evidentemente l’argomento lo aveva galvanizzato e qui proprio sembra di vedere la propagazione  del rumore. Rombi d’aereo appunto come dice il titolo attraverso queste intersezioni di piani, linee rette, linee oblique, insomma ha già appreso da quanto si vede, il linguaggio  Futurista.

Nel 1928,  vola per la prima volta su un piccolo idrovolante in Istria e di questa esperienza scrive queste parole:

Colmò tutta la mia avidità di vedere, sentire, conoscere: l’ondata del decollo, la voce prepotente dei motori, l’intransigenza dell’elica, la sorpresa della sospensione a cento, cinquecento, mille metri sul mare. Tullio Crali

L’ubbidienza dei comandi, l’ indisciplina della bora,  vuoti, impennate, tutta era meraviglioso e quando mi trovai a terra era come se m’avessero derubato.”

Acquisisce presto anche una particolare abilità nel disegno.

I due Aerodisegni del 1929, ne sono una dimostrazione.

Il primo, riproduce frontalmente un idrovolante, forse un Cant 10, velivolo che veniva prodotto dalle officine aeronautiche del cantiere navale triestino che dal 1926 effettuava voli passeggeri sulla linea Trieste-Zara.

L’aero-disegno del 1930, allude alla traversata atlantica con la sigla New York, posta in cima al foglio e il tracciato della rotta seguita dalla squadriglia che aveva volato verso l’America.

Tullio Crali Aerodanzatrice 1930
Aerodanzatrice 1930

Il 1928 e il 1929 sono anni cruciali per la carriera artistica di Tullio Crali.

Nel 1928, infatti, conosce Sofronio Pocarini, giornalista goriziano che lo invita a esporre nella seconda mostra goriziana di Belle Arti. Questa sarà la sua prima mostra.

Nel 1929, decide di aderire al Futurismo e scrive una lettera a Marinetti che gli risponde “lieto di avervi con noi nella lotta futurista”.

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