Max Ingrand

Max Ingrand nasce a Bressuire in Francia 1908 e da giovane frequentò l’École nationale supérieure des Arts Décoratifs 

Nel 1927 lavora presso l’atelier del celebre vetraio Jacques Gruber.

Max Ingrand si trasferisce a Parigi 

L’atelier di Passage Tenaille

Nel 1931, assieme ad altri due artigiani, apre un laboratorio a Passage Tenaille a Parigi.

La società si scioglierà poco dopo, ma lo studio di Passage Tenaille rimarrà sotto la sua guida fino alla morte.

Le nozze con Paulette Rouquie

Sposa nel 1931 Paule Rouquié, artista vetraia. 

Le opere di questo periodo recavano la firma della coppia: «Paule e Max Ingrand»

Il transatlantico Normandie

Uno dei primi lavori che recò loro grande notorietà, fu l’arredo dei grandi saloni del transatlantico Normandie.

Una nuova vita per Max Ingrand

Dopo la Seconda guerra mondiale, divorziò da Paule per risposarsi con Marie Alberte Madre Rey e si trasferì a Neuilly sur Seine.

Dal 1945 si interessò particolarmente all’illuminazione, alle specchiere con cristalli di grosso spessore e tavoli dai piani luminosi e pannelli decorativi, concepiti come vere e proprie opere d’arte astratta.

Gio Ponti scopre il talento di Max Ingrand

L’opera di Paule e Max Ingrand nel campo vetrario era già stata notata da Gio Ponti alla metà degli anni trenta, in quanto l’architetto milanese era sempre attento alle nuove tendenze di qualità che caratterizzavano il panorama internazionale delle arti decorative, tanto da dedicargli un articolo sulla rivista «Domus»

Gio Ponti però aveva in mente un personaggio che, per formazione professionale e creatività, poteva essere considerato un perfetto erede di Pietro Chiesa.

Andò a cercarlo oltralpe e lo trovò nella persona del vetraio e designer Max Ingrand.

Max Ingrand e Fontana Arte

L’incarico di Max Ingrand alla Fontana Arte ebbe inizio nel 1954, e la scelta si rivelò particolarmente felice, per i netti miglioramenti che, da subito, si riscontrarono nelle nuove produzioni. Il rapporto di collaborazione con la Fontana Arte in qualità di direttore artistico ebbe termine nel 1967.

Facendo praticamente la spola tra Parigi e Milano, Ingrand iniziò a modificare le scelte produttive, aggiornandole a quelle che si andavano delineando come le nuove esigenze di mercato, senza però tradire quelle caratteristiche tipologiche e qualitative, che avevano reso famosa la Fontana Arte nel mondo.

Max Ingrand, innovazione e creatività

Per quanto riguarda la concezione di nuovi modelli, era ben evidente il suo spirito innovativo e la sua spiccata, inconfondibile creatività.

I Quaderni di Max Ingrand

Soltanto pochi modelli di lampade, comparivano nei cataloghi ufficiali della Fontana, i famosi Quaderni,  con la paternità dichiarata di Max Ingrand, come nel caso della famosa lampada scultura, il modello n. 2533, oppure l’intramontabile lampada con base e diffusore in vetro opalino, il modello n. 1853, tutt’oggi in produzione.

Comunque, dopo il suo arrivo nell’azienda milanese, gli oggetti usciti dalla sua penna erano assolutamente inconfondibili.

Fu soprattutto il settore dell’illuminazione, che venne incrementato, con l’inserimento di nuovi modelli all’avanguardia, con linee ardite, soluzioni inedite, sempre comunque con l’uso sapiente del cristallo, spesso anche colorato, in abbinamento per lo più a metalli quali ottone e alluminio, a volte laccati e con un progressivo abbandono del legno.

Ebbero molta fortuna le specchiere, impreziosite da elementi in cristallo di grosso spessore, a volte tagliati come gemme, oppure con i bordi «strappati», un tipo di finitura grezza che però esaltava le qualità riflettenti del vetro.

I grandi lampadari a elementi di cristallo curvato, i «Dahlia», nelle tenui tonalità di colore che ne ammorbidivano la luce, furono uno dei leitmotiv degli arredi di lusso degli anni cinquanta e sessanta.

Pur non lavorando abitualmente a Milano, Max Ingrand rivolse la sua attenzione, non solo agli aspetti produttivi, ma anche all’immagine della Fontana Arte, prestando in più occasioni la sua sapiente opera di decoratore di interni.

Nuovo look per i punti vendita Fontana Arte

Nel 1955 vennero ristrutturati, sotto la sua direzione, i due punti vendita della Fontana Arte, a Milano e a Roma, e in particolare il primo, in via Montenapoleone, fu oggetto di una particolare opera di abbellimento.

 

Tra gli interventi di Max Ingrand, in seno alla Fontana Arte, va ricordata la grande fontana luminosa, eretta nel giardino della Villa Reale di Monza, in occasione della Mostra internazionale dell’arredamento, nel 1961.

La presidenza della Société des artistes décorateurs

Max Ingrand fu presidente della Société des artistes décorateurs, il suo studio parigino si sviluppò, fino ad avere oltre cinquanta collaboratori, occupandosi di vari settori, tra cui le vetrate ecclesiastiche, le architetture d’interni, il teatro e le industrie.

La fabbrica Saint Gobain

Prestò la sua collaborazione alla fabbrica Saint Gobain, con allestimenti per fiere o installazioni pubblicitarie, e si rese autore della gran de sala di ricezione della nuova sede della Saint Gobain a Neuilly (Parigi), nel 1962.

I lavori di Max Ingrand

La hall d’entrata della RTF

Durante gli anni sessanta si occupò di architettura d’interni: tra i suoi lavori ricordiamo la hall d’entrata della RTF (Radio/Télévision Française).

Palazzo Peugeot

Il Palazzo Peugeot in Avenue de la Grande Armée a Parigi,

I transatlantici 

La piscina del transatlantico France e gli arredi Normandie

Le fontane 

Le fontane del Rond Point sugli Champs Elysées.

Verre Lumière

Quando termino’ il rapporto di collaborazione con la Fontana Arte in qualità di direttore artistico,  continuò la sua attività con il suo studio parigino, e con la nuova società «Verre Lumière», da lui fondata avendo come partner la manifattura Saint Gobain e la fabbrica di lampade Mazda.

Morì a Neuilly il 25 agosto del 1969.

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