Mario Schifano

Mario Schifano (1934-1998 ) nasce ad Homs nella Libia italiana, dove suo padre archeologo lavorava e vi rimase fino alla fine della guerra.
Museo Etrusco di Villa Giulia
Nell’immediato dopoguerra la sua famiglia torna a Roma. non avendo voglia di studiare, il padre lo fa entrare al Museo Etrusco di Villa Giulia come aiuto restauratore.
Come lui stesso raccontò quando era li’ da solo, invece di pulire i cocci, prendeva un pennello e iniziava a creare.
Esposizioni di Mario Schifano
Galleria Appia Antica
Mostra collettiva organizzata da Emilio Villa presso la galleria Appia Antica.
Schifano espone insieme a Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Giuseppe Uncini.
Galleria La Salita
Nel 1960 espone per la prima volta alla galleria La Salita di Gian Tommaso Liverani in Salita San Sebastianello a Roma. Espone con Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini.
Il testo critico di presentazione è di Pierre Resteny.
Galleria La Tartaruga
Prima personale nel 1960 alla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis al numero 196 di via del Babuino.
Monocromi
Nel 1960 Mario Schifano esordisce con i Monocromi, opere dipinte su carta e poi incollate sulla tela. I colori sono quasi sempre a smalto. Fanno la prima comparsa inserzioni di parole e brevi slogan.
Abbandona i Monocromi per passare subito dopo alla rappresentazione degli elementi della contemporaneità inclusa la celeberrima marca Coca Cola che sarà così importante anche per Andy Warhol, che Mario Schifano conosce a New York all’inizio degli anni 60.
Dal New Dada alla Pop Art
Sidney Janis Gallery e The New Realists
Nell’ottobre del 1962 Mario Schifano invitato da Pierre Restany è invitato a prendere parte alla mostra collettiva The New Realists a New York insieme a Mimmo Rotella, Enrico Baj e Tano Festa.
Questa mostra avrebbe segnato il passaggio dal New Dada alla Pop Art.
Schifano ha incarnato l’epoca Pop Art nella modalità possibile che l’Italia poteva offrire a questo nuovo concetto nato in Inghilterra, reso celebre negli Stati Uniti ma che dilaga in tutti i paesi europei anche a partire dalla metà degli anni 60.
Galleria Odyssea
Nel 1963 Schifano in occasione della mostra romana presso la galleria Odyssea presenta l’opera Tutta Propaganda.
La grande novità di questa pittura sta nel modo in cui ogni singolo referto è messo tra parentesi, il che comporta una sospensione del giudizio.(…) Schifano rifiuta l’infantilismo, la voluta Idiozia brut della Pop Art, per puntare risolutamente sulla via di un possibile ‘grande stile’ moderno. Cesare Vivaldi
Dal 1964-1966
In questi anni, Mario Schifano rilegge i temi delle avanguardie storiche, da Duchamp al futurismo. Da Picabia alle cronofotografie di Marey e Muybridge.
L’interesse per il recupero di questi soggetti si accompagna alla sperimentazione di materiali e nuovi supporti come la plastica e il plexiglass trasparente.
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Schifano è il sismografo più efficace per vedere i cambiamenti di un paese antico in cui l’arte negli anni 50 era ancora senz’altro ferma a luoghi dell’immaginazione più arcaici, e in cui gli unici artisti che la nuova generazione seguiva, e a cui si raffrontava, erano quelli più autonomi come Burri o Fontana.
Schifano Rockstar
Le stelle di Mario Schifano
Mario Schifano è uno uomo e un artista sempre avanti.
Nel 1967 crea un suo gruppo Rock, “Le stelle di Mario Schifano”.
Cult il concerto al Piper di Roma “Grande angolo, sogni e stelle”
Ha degli abiti di gran moda e poi dopo avrà per primo jeans stracciati e stivali da cowboy.
Mario Schifano regista
Umano non-umano
Schifano è tra i primi in Italia a mettersi dietro la macchina da presa e far recitare Carmelo bene, Alberto Moravia, Sandro Penna, Giuseppe Ungaretti, grandi poeti, grandi attori, tutti di fronte alla telecamera del suo lungometraggio Umano non- umano.
In tutto questo dipinge chilometri di tele e affreschi.
La sua produzione è infinita.
Anche legata ad un’esistenza estremamente accidentata tra la tossicodipendenza, gli arresti, le bellissime signore, spesso condivise con uno i Rolling Stone, come nel caso della giovane Anita Pallenberg, con la quale a New York conoscerà Andy Warhol e la Factory . Marianne Faithfull e altre altrettanto importanti per il suo mondo.
Insomma, un uomo del rinascimento.
La famiglia Agnelli
Famoso l’aneddoto quando Gianni Agnelli e sua moglie Marella gli chiesero di affrescare il loro palazzo romano.
Schifano decorò le pareti con dei scioperanti vestiti di rosso, con falce e martello e i libretti Rossi di Mao in mano.
Gli Agnelli non apprezzarono questo suo lavoro e lui li tolse volentieri al loro posto, realizza delle Palme assai più tranquillizzanti,
Un piccolo aneddoto, un dettaglio per raccontare una figura di straordinaria creatività che davvero ha lasciato un segno unico nell’arte italiana ed europea degli anni 60 fino alla attualità.
“Schifano muore giovane, tutto quello che doveva dire lo ha scaricato in una vitalità irrefrenabile sulla tele” prof. Vittorio Sgarbi
Tra le sue serie più famose Monocromi, Paesaggi anemici, Propagande, Ossigeno ossigeno, Tuttestelle, Oasi, Compagni-compagni, Sintetico dall’Inventario.
Mario Schifano è nato per rappresentare un’epoca in metamorfosi.
Si spegne a Roma il 26 gennaio 1998
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