Manifattura Castelli

Il piccolo paese di Castelli in provincia di Teramo ha prodotto già a partire dal 17esimo secolo, una produzione di ceramiche di altissimo livello.

Una famiglia soprattutto si distinse per il suo talento, quella dei fratelli Grue.

Del capostipite Francesco Antonio (1594-1673), si conserva uno dei capolavori, la sua Madonna di Loreto in ceramica del 1647 presso la chiesa parrocchiale di Castelli.

Suo figlio Carlantonio (1655-1723), raccolse la sua eredità specializzandosi in decorazioni con scene sia sacre che profane, ispirandosi a grandi artisti quali Luca Giordano, il Solimena e Salvator Rosa.

Non c’è oggetto di uso quotidiano che i ceramisti di Castelli non abbiamo decorato con arte sopraffina; dai vasi ai piatti, dalle mattonelle alle cornici fino alle pale d’altare.

Le decorazioni erano le più svariate, potevano rappresentare scene allegoriche o storiche così come paesaggi e soggetti mitologici come nel nostro Piatto Policromo in Ceramica di Castelli

Le scene a sfondo religioso erano comunque sempre le più rappresentate.

La dinastia degli artisti della ceramica continuò con Francesco Antonio Saverio, figlio di Carlantonio (1686-1746), che fu attivo a Capodimonte, alla corte del Re Carlo III.

Importanti figure furono anche Anastasio (1691-1742) e Liborio Grue (1702-1776) specializzato nelle lumeggiature d’oro;

Un altro Grue ebbe l’onore di lavorare presso dei reali, fu Saverio (1731-1806 circa), che operó presso Ferdinando IV a Napoli presso la Manifattura borbonica