Fabio Fabbi è un pittore emiliano, nato a Bologna nel luglio 1861.
Studiò scultura a Firenze con Augusto Rivalta, nel 1893 divenne insegnante e quindi accademico a Bologna.
In seguito, fu a Parigi e in vari paesi europei.
La pittura, dapprima coltivata con passione solo privatamente, divenne il suo mezzo espressivo privilegiato.
Tra i pochi dipinti dell’artista di cui si conosce la collocazione si ricordano due oli su cartone, Moschea ( Gall. com. d’arte moderna di Bologna) e Una veduta bolognese, Quattro torri (di proprietà della Cassa di Risparmio, cfr. Varignana, 1972).
Il resto delle sue opere, per lo più in collezioni private, è di difficile reperimento, anche per via dei titoli approssimativi e dei soggetti ripetitivi.
La più importante fonte per la documentazione fotografica resta il catalogo della mostra tenutasi nel 1981 alla galleria Il 2 di Quadri , che possiede varie opere del Fabbi.
Di ritorno da un viaggio fatto in Egitto nel 1886, Fabbi si rivelò uno dei più forti pittori orientalisti del nostro paese.
Durante il soggiorno nella terra de’ Faraoni, il giovane artista, ebbe campo di studiare a fondo la vita, i caratteri, le abitudini di quel popolo eminentemente pittoresco, e si immedesimò tanto nel genere che tratta, da produrre, in poco tempo, molte eccellenti tele, che vendette immediatamente e che gli meritarono fama di esecutore valente.
Nel 1888 Fabbi espose alla mostra del Circolo degli artisti di Firenze:
– Un terrazzo ad Alessandria (ill. in Stivani-Borgogelli, 1981, tav. XI), dal taglio fortemente fotografico,
-Donna araba, che vendette al barone Giorgio Levi
– Il vasaio,
– Vecchio musulmano ed altri quadri di soggetto orientale, hanno tutti una intonazione speciale, una caratteristica spinta, che a prima vista, li fa rilevare.
All’Esposizione internazionale di Monaco fu premiato per i dipinti: La vendita di una schiava (ibid., tav. V) e I sette peccati mortali.
È databile alla fine degli anni Ottanta la decorazione del fumoir del villino Sorani a Firenze con sei grandi tempere di soggetto orientale, come anche L’Egitto, album di ricordi e disegni originali pubblicato da Alinari, Firenze s.d. (De Gubernatis, 1889, p. 190).
Nel 1896 collaborò alla rivista fiorentina Fiammetta, realizzando nel 1897 il manifesto del periodico.
Si dedicò in quegli anni anche ai quadri di soggetto religioso; infatti, accanto al Santone musulmano, nel 1896 presentò a Firenze all’Esposizione dell’arte e dei fiori l’Annunciazione e Cristo deriso (cfr. L’Ill. ital., 11 apr. 1897, pp. 232, 238).
Mantenne sempre costanti e vivaci i rapporti con l’Emilia; firmò con il fratello Alberto un S. Giovanni decollato, probabilmente compiuto alla fine del secolo, nella basilica arcipretale di S. Giovanni in Persiceto.
Nel 1902 ha dipinto Sacro Cuore con s. Antonio abate e s. Antonio Maria Zaccaria fondatore dei Barnabiti per la chiesa di S. Antonio Abate di Bologna. (Emilio Contini – Testo tratto da: ‘Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna’, catalogo della mostra, GRAFIS, Bologna, 1977. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)
Fu nominato professore a Firenze nel 1893, nel ’94 accademico a Bologna e nel 1898 divenne cavaliere della Corona d’Italia.
Nel 1899 partecipò al primo dei concorsi banditi da Vittorio Alinari sul tema “Madonna con Bambino”, presentando due quadri (Mammina e Madonna alla spiga); nel 1902 fu presente al secondo concorso sul tema “Alla vita della Madonna” (insieme con G. Costetti, A. Martini, G. Kienerk) ed infine, nello stesso anno elaborò per La Divina Commedia nuovamente illustrata da artisti italiani tre quadri ad olio dedicati al XIII canto del Paradiso. Del Fabbi è inoltre il grande quadro Morte di Anita Garibaldi degli inizi del ‘900 (Firenze, Biblioteca ed Archivio del Risorgimento).
Siamo nel1906 quando presentò alcuni modelli di medaglie eseguiti con la tecnica della cera persa alla Mostra internazionale del Sempione di Milano. Nel 1911 partecipò all’Esposizione d’arte cristiana moderna di Parigi, accanto agli scomparsi P. Puvis de Chavannes, E. Carrière e a M. Denis. Collaboratore della Bemporad di Firenze, illustrò insieme con altri disegnatori, soprattutto toscani, la trilogia di L. Rasi (Il libro dei monologhi, Il secondo libro dei monologhi, Milano rispettivamente 1888 e 1893, e Il libro degli aneddoti, Modena 1890).
Nel 1900 collaborò con vignette alla rivista bolognese Italia ride; realizzò le tavole per Firenze sotterranea (Firenze) di Jarro [Giulio Piccini], dove espresse una sottile vena realistico-umanitaria, interpretando il testo “con occhio fotografico e trasfigurato insieme” (Pallottino, 1988, p. 190). Tra il 1898 e il 1905 fu autore di numerose cartoline di cui si segnalano le serie Divina Commedia, Finis seculi XIX, Domine (cfr. Arrasich, 1985).
Illustrò più di cento volumi, prediligendo, oltre ai classici della letteratura pubblicati dalla casa ed. Nerbini di Firenze (G. Casanova, Memorie, 1920; G. Boccaccio, Decameron, 1932; T. Tasso, La Gerusalemme liberata, 1934; Omero, Odissea, trad. di V. Monti, 1934), i romanzi d’avventura, in particolare salgariani, “nei quali seppe profondere una particolare ed aggraziata atmosfera di sogno orientale” (Faeti, 1972) e, per la duttilità tecnica e cromatica nell’uso della tempera e dell’acquerello, un’originale levità narrativa.
Tra i libri illustrati per ragazzi si ricordano anche quelli di L. M. Alcott, Piccoli uomini, Firenze 1910-11, e nel 1916 Piccole donne.
Nel 1936 si trasferì da Bologna a Casalecchio di Reno (prov. Bologna), dove morì il 24 sett. 1945.
Fonti e Bibl.: A De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi…, Firenze 1889, pp. 189 s.; Esposizione Vittorio Alinari, Firenze 1900, nn. 85, 89; Mostra dei pittori emiliani dell’800 promossa dall’Accademia clementina, Bologna 1955, p. 66; I. Cinti, Omaggio all’800 bolognese (catal.), Bologna 1957, p. 11; M. Giardelli, I macchiaioli e l’epoca loro, Milano 1958, pp. 164, 209, 258, 262, 310; Il manifesto ital. nel centenario del manifesto litografico (catal.), Milano 1965, p. 35, fig. 74; T. Fanti, in Galleria Caldarese, Catalogo mostra postuma, Bologna 1968; E. Contini, F. F. dall’Egitto con amore, in Qui Bologna, 31 ott. 1968, n. 27; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1968, p. 212; F. Varignana, in Le collezioni d’arte della Cassa di risparmio di Bologna. I dipinti, a cura di A. Emiliani, Bologna 1972, pp. 457 s.; A. Faeti, Guardare le figure, Torino 1972, pp. 162 ss., 388 s.; F. Cristofori, Bologna come rideva. I giornali satirici dal 1859 al 1924, Bologna 1973, ad Ind.; E. Gottarelli, “Italia Ride”, il miracolo del liberty bolognese, Bologna 1974, p. 63; Opere del XX secolo nelle raccolte comunali darte, Bologna 1975, p. 75; Il liberty a Bologna e nell’Emilia-Romagna. Architettura, arti applicate e grafica, pittura e scultura, Bologna 1977, p. 287; C. Cresti, Firenze 1896-1915. La stagione del liberty, Firenze 1978, pp. 18, 320; M. Pasquali, A. Bastianini e F. F., in E nell’idolo suo si trasmutava. La Divina Commedia nuovamente illustrata da artisti italiani (catal.), Bologna 1979, pp. 97 s.; E. Gaibazzi, Catalogo ital. delle cartoline d’epoca, Bologna 1979, pp. n.n.; Alfonso Rubbiani: i veri e i falsi storici, a cura di F. Solmi-M. Dezzi Bardeschi (catal.), Bologna 1981, pp. 97, 468, 471; P. Stivani-A. Borgogelli, F.F. (catal.), Bologna 1981; Pittura ital. dell’Ottocento. Le opere pittoriche vendute in Italia e all’estero, Milano 1984, p. 75; G. Fanelli-E. Godoli, La cartolina art nouveau, Firenze 1985, p. 335; Artisti fra ‘800 e ‘900. Una raccolta bolognese, a cura di F. Solmi-M. Pasquali, Bologna 1985, pp. 38 ss.; Almanacchi e strenne dell’Ottocento toscano (catal.), a cura di R. Maini, Firenze 1985, pp. 57 ss.; F. Arrasich, Catalogo delle cartoline ital., Supplem. a La Cartolina, 1985, n. 2, p. 56; P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana [1988], Bologna 1991, ad Indicem; A. Faeti-P. Pallottino, L’illustrazione nel romanzo popolare. Tavole originali dalla coll. Rava (1907-1938), Torino 1988, p. 37, tavv. 10-23; L’eterno femminino (catal. Galleria d’arte Eleuteri), Roma s.d. [ma 1989], pp. 69 s.; G. Fanelli-E. Godoli, Diz. degli illustratori simbolisti e art nouveau, Roma 1990, I, p. 165; Il valore dei dipinti dell’Ottocento, Torino 1990, pp. 150 ss.; S. Paolo di Ravone 990-1990, Bologna 1990; I best seller del Ventennio. Il regime e il libro di massa, a cura di G. De Donato-V. Gazzola Stacchini, Milano 1992; Il ventennio in copertina, a c. di E. Detti, Roma 1991, pp. n. n.; M. Vannucci, Firenze Ottocento, Milano 1992, p. 263; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 146 s.; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori e incisori ital. moderni (1800-1900), Milano 1945, I, p. 244; Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani…, Torino 1973, IV, p. 255.
Per Gentile concessione dell’archivio Fabio Fabbi