Gli esordi di Enrico Coleman il Birmano
Enrico Coleman (Roma 1846 – 1911) soprannominato il “birmano”, fu avviato alla pittura dal padre Charles, pittore inglese stabilitosi definitivamente a Roma sin dal 1835, che dapprima ebbe come maestro e poi ben presto superò, completando gli studi all’Accademia di San Luca.
Dipingere alla maniera di Mariano Fortuny
Come il padre, si lasciò subito sedurre dalla Campagna romana ma agli inizi, quando esordì con un quadro rappresentante una mandria di bufali nelle paludi pontine, le critiche e l’ilarità dei seguaci di Mariano Fortuny lo spinsero a dipingere per alcuni anni, secondo la moda del tempo, cavalieri settecenteschi con spadino e parrucca.
L’amore di Coleman per la campagna romana
Principale esponente del Naturalismo di fine Ottocento. Ben presto tornò a dipingere dal vero, influenzato dal suo amico acquarellista Onorato Carlandi e da Alessandro Castelli, ispirandosi agli stessi temi di Giuseppe Raggio, trattati con più ricercata gradevolezza.
Di indole meditativa, preferì a Roma la Campagna romana, che visitò in tutti i suoi angoli più caratteristici e melanconici rimanendo affascinato dalla grandiosità, dalla tragica solitudine di quella terra e dall’ atmosfera che vi si trovava.
Ritrasse con passione e interesse gli aspetti più genuini e meno noti, più umili e sereni, guardando soprattutto ai suoi abitanti e agli animali.
A questi dedicò numerosi studi e li ritrasse con straordinaria resa naturalistica, uscendo quasi a coglierne il carattere.
Associazione degli Acquerellisti romani
Nel 1875 fu nominato socio effettivo dell’Associazione degli Acquerellisti romani e tre anni dopo anche la Società Reale degli Acquerellisti Belgi lo nominava membro onorario per i suoi quadri così spontanei e nello stesso tempo emananti una vigorosa potenza espressiva.
Divenne socio accademico alla prestigiosa Accademia di San Luca.
La Biennale di Venezia
Enrico Coleman dal 1895 al 1910 fu costantemente presente alla Biennale di Venezia.
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Gruppo dei XXV della Campagna romana
Nel 1904, fu tra i fondatori del gruppo dei XXV, soprannominato il “birmano”.
Il 10 giugno dello stesso anno veniva proclamato “il Capoccetta” della Campagna romana vita natural durante. quale attestato per la sua opera completamente dedicata, con quell’innato naturalismo, agli aspetti maestosi e malinconici della campagna romana e particolarmente agli uomini e agli animali dell’Agro Pontino.
La passione per le orchidee
Famosa la sua passione per le orchidee. Divenne un eccellente coltivatore, così che Fabrizio Cortesi gli dedicò un ibrido tra Orchis mascula var. rosea e Orchis provincialis var. pauciflora, che egli era riuscito a far riprodurre.
Nel 1890, Coleman redasse, all’acquerello, un album-raccolta l‘Orchideomania Birmana, cosi’ chiamata per il soprannome che gli amici avevano dato al pittore, Il Birmano, con moltissime specie di orchidee selvatiche.
Questo album, unico nel suo genere, fu acquistato da un inglese.
Gli indirizzi romani di Enrico Coleman
Il primo studio di Enrico Coleman era in via Zucchelli n. 16. Insieme con il fratello Francesco, traslocò nello studio del padre al primo piano di Palazzo Dovizielli, in via Margutta n. 33.
La nazionalità di Enrico Coleman
Conservò la nazionalità inglese, forse per cautelarsi dalle invadenze dello Stato della Chiesa, ma rimase sempre a Roma senza mai andare in Inghilterra.
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